Cosa c’entra la massoneria con la latitanza di Matteo Messina Denaro
Nei suoi lunghissimi anni di latitanza prima dell'arresto in una clinica di Palermo questa settimana, Matteo Messina Denaro ha goduto di ampie coperture e appoggi non solo da parte dell'ala mafiosa militare ma anche e soprattutto da quella della borghesia mafiosa, cioè da persone colluse che però hanno continuato la loro vita nei più disparati settori, dall’imprenditoria al mondo della sanità, tra cui molti appartenenti alle logge massoniche.
Del rapporto tra Massoneria e Matteo Messina Denaro ne sono convinti gli inquirenti che proprio sugli appoggi esterni e su chi ha consentito al boss mafioso di vivere in un luogo relativamente tranquillo e di curarsi in questi anni, stanno cercando ora di fare luce per chiudere definitivamente il cerchio sull'ultimo uomo della strategia stragista di Cosa Nostra.
Come ha ricordato il procuratore Capo di Palermo, Maurizio De Lucia, l’ambiente trapanese dove Messina Denaro è nato e cresciuto e da cui non si è mai separato, come dimostrano i suoi recenti covi individuati in questi giorni a Campobello di Mazara, è "da sempre permeato di rapporti fra mafia e pezzi di della borghesia mafiosa".
"E certamente va considerato che la provincia di Trapani è la seconda in Sicilia, dopo quella di Messina, per presenza di logge massoniche" ha sottolineato lo stesso De Lucia al Fatto Quotidiano. Elementi questi che inducono gli inquirenti a spingere gli accertamenti investigativi proprio in questo senso, anche attraverso una rilettura di documenti acquisiti in questi ani di indagini.
Chi ha protetto Messina Denaro durante la latitanza
Sul rapporto tra Massoneria e Matteo Messina Denaro si è spinta oltre Teresa Principato, ex procuratrice aggiunta di Palermo e con la quale il superboss mafioso ha potuto contare "su una rete di copertura di carattere massonico che lo ha protetto in tutto il mondo".
"Non stiamo parlando di una persona nascosta in un casolare, che mangiava pane e ricotta come Bernardo Provenzano. Tutt’altro. Oltre ad essere abbastanza colto, amava la bella vita, era un maniaco del lusso. E non rimaneva troppo a lungo fermo nello stesso luogo. Ha viaggiato molto, anche all’estero" ha sottolineato il magistrato a Repubblica , rivelando che "Un collaboratore di giustizia massone ha parlato di una loggia coperta costituita proprio da Messina Denaro che si chiamava “La Sicilia”.
Massoneria e Mafia, gli allarmi della commissione Antimafia
Del resto più volte anche la commissione Antimafia ha ricordato la massiccia presenza di infiltrazioni mafiose nelle più importanti logge massoniche di Calabria e Sicilia con numerosi esponenti coinvolti o lambiti da inchieste di mafia, alcuni dei quali anche condannati per associazione mafiose e mai allontanati dai Gran Maestri. In particolare nell'area siciliana si concentra un numero di iscritti, soprattutto provenienti dalla borghesia cittadina, assolutamente sproporzionato rispetto ad altre zone d'Italia.
Le inchieste e gli arresti tra massoni
Le stesse inchieste dei carabinieri del Ros negli anni hanno confermato che esponenti di spicco di logge massoniche erano al servizio dei clan mafiosi per agevolare affari e attività criminali. Svariate in chieste hanno stabilito che le associazione mafiose, oltre ad avere la disponibilità e l’utilizzo di importanti canali massonici, hanno ottenuto anche l'ammissione di esponenti alla loggia con notevoli vantaggi su informazioni riservate.