Cosa c’entra Denise Pipitone con l’arresto di Messina Denaro: l’appello della famiglia della bimba
La chiave per risolvere il giallo della scomparsa della piccola Denise Pipitone potrebbe risiedere negli sviluppi futuri delle indagini su Matteo Messina Denaro, il boss di Cosa Nostra arrestato lunedì scorso a Palermo. Ne è convinta Piera Maggio, mamma della bambina scomparsa all'età di 4 anni il primo settembre del 2004 a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, proprio a una manciata di chilometri di distanza da quel Campobello di Mazara in cui a lungo si è nascosto Messina Denaro, e nel cuore di un territorio che ha sempre rappresentato una roccaforte per il mafioso.
Secondo la signora Maggio, quindi, è impossibile che Matteo Messina Denaro non fosse a conoscenza dei dettagli della scomparsa della piccola Denise. "Siamo stati sempre lucidi in ogni nostra scelta, richiesta o decisione, non da meno adesso. Rapire una bambina di neppure quattro anni è un fatto grave e anomalo per tutti. Circa diciannove anni fa, per mesi il nostro territorio è rimasto sotto i riflettori con una grande attenzione mediatica e un dispiegamento di forze dell'ordine di ogni genere che deve aver dato non poco fastidio alla criminalità del posto o a chi ne faceva capo. Il rapimento di Denise, venne definito da subito una ‘questione di natura familiare' nonostante i vari appelli rivolti a tutti, stranamente nessuno si adoperò a far ritrovare Denise, a far individuare i colpevoli così da mettere fine a tutta l'attenzione fastidiosa che si era venuta a creare sul posto".
Quindi la supposizione di Piera Maggio, convinta che il boss di Cosa Nostra fosse perfettamente a conoscenza di quanto avvenuto a sua figlia Denise: "Se è vero che Matteo Messina Denaro controllava tutta la provincia di Trapani è impossibile che non sapesse cosa fosse accaduto a Mazara del Vallo, chi avesse commesso il rapimento di nostra figlia, responsabili di aver scaturito un gran movimento ovunque. Siamo stati sempre convinti di questo, non perché l'avessimo ritenuto responsabile direttamente del rapimento, ma perché non si muoveva una foglia senza che non lo sapesse, quindi oggi detentore di tanti segreti. Dopo tutti gli accertamenti e le indagini del caso, Stato, magistrati, cortesemente chiedetegli dov'è nostra figlia. Se solo rispondesse a questa domanda anche indirettamente, potremmo finalmente arrivare alla verità e mettere fine a questo calvario".