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Conflitto Israelo-Palestinese

Cosa accade in Italia dopo l’attacco di Hamas a Israele: la circolare del Capo della Polizia

Il capo della Polizia, Vittorio Pisani, ha firmato una circolare nella quale si specifica che dopo l’attacco di Hamas contro Israele si innalza il livello di allerta per “tutelare obiettivi israeliani e palestinesi” presenti sul territorio italiano.
A cura di Ida Artiaco
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L'attacco massiccio di Hamas contro Israele, cominciato all'alba di ieri, sabato 7 ottobre, avrà delle ripercussioni anche in Italia dove è stata innalzata l'allerta sugli obiettivi israeliani che si trovano nel nostro Paese.

Per questo, il capo della Polizia, Vittorio Pisani, ha firmato una circolare nella quale si specifica che "si rende necessario rafforzare i servizi di vigilanza e controllo del territorio a carattere generale e sensibilizzare con effetto immediato le misure di vigilanza e sicurezza a protezione degli obiettivi diplomatico-consolari, religiosi, culturali, economici e commerciali israeliani, ebraici e palestinesi e di ogni altro sito e/o interesse ritenuto a rischio per la circostanza".

Il documento raccomanda inoltre di "implementare al massimo l'attività informativa, al fine della tempestiva attuazione di ogni altra misura idonea a prevenire il compimento di illegalità e a garantire l'ordine e la sicurezza pubblica".

Tra gli osservati speciali c'è in primis Roma, dove è scattata l'attenzione massima sul ghetto ebraico, sulla sinagoga e sull'ambasciata. Il punto sulla situazione è stato fatto oggi a Palazzo Chigi, dove la premier Giorgia Meloni ha convocato i ministri ed i vertici dell'Intelligence per un'analisi a caldo di quanto accaduto ed una ricognizione sui luoghi simbolo cui garantire la massima sicurezza.

Intensa in queste ore è anche l'attività della Farnesina, in costante contatto con i 18mila connazionali residenti in Israele, molti dei quali hanno doppia cittadinanza. Oggi il Ministro Antonio Tajani ha affermato che per quanto riguarda gli italiani la situazione è sotto controllo, ma si invitano coloro che non hanno alcun biglietto aereo a non dirigersi allo scalo di Tel Aviv per cercare di tornare in Italia. A loro si aggiungono circa 500 pellegrini in visita in Terra Santa. Nell'area occhi ben aperti anche per i 1.200 militari italiani impegnati nell'operazione Onu Unifil in Libano.

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