Cosa accadde prima dell’omicidio di Saman Abbas: le telecamere e il colloquio tra il padre e Danish
Shabbar Abbas che si dirige verso il casolare dello zio Danish, il figlio minore agitato che in bici cerca di raggiungerli. Sono le immagini che trapelano dalle telecamere di sorveglianza che si trovano intorno alla cascina di Novellara (Reggio Emilia), dove la diciottenne Saman Abbas viveva prima di trovare la morte per mano – secondo l’accusa – dei suoi stessi familiari.
Immagini catturate dalle telecamere solo poche ore prima della scomparsa di Saman, la notte del 30 aprile 2021. È la trasmissione “Quarto Grado” a tornare sul delitto di Novellara mostrando i movimenti dei parenti della ragazza poche ore prima del delitto. La telecamera posizionata su una casa rossa a 50 metri dalla casa di Shabbar Abbas filma appunto il padre di Saman mentre si dirige verso il casolare di Danish, considerato l’autore materiale del delitto e l’uomo che dopo mesi dalla scomparsa ha fatto ritrovare la tomba della nipote.
Secondo la Procura il colloquio tra i due uomini, durato circa un'ora, è servito proprio per mettere a punto il piano per uccidere la giovane donna, “colpevole” di aver detto no a un matrimonio combinato. Le telecamere mostrano anche il fratello minore di Saman mentre cerca di mettersi in contatto col padre, forse per sventare il piano. Con la bici va verso casa dello zio, poi torna indietro.
Nella giornata di ieri, dopo mesi di rinvii e lungaggini burocratiche, Shabbar Abbas si è videocollegato per la prima volta dal Pakistan con la Corte di assise di Reggio Emilia dove si sta svolgendo il processo per l'omicidio della figlia Saman. Shabbar è imputato assieme ad altri quattro familiari, la madre della ragazza Nazia (unica ancora latitante dei cinque alla sbarra), lo zio Danish Hasnain e i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq.
Capelli corti, una mascherina che gli copre parzialmente il volto e una camicia bianca, Shabbar si è collegato in tarda mattinata dal tribunale di Islamabad. "È stata dura, ma finalmente ce l'abbiamo fatta”, ha detto la giudice Cristina Beretti che presiede la Corte (a latere Michela Caputo e la giuria popolare)."Lei parla italiano?”, la domanda della corte, e Abbas risponde: "Poco".
Dopo il rito di riconoscimento della sua identità, i legali italiani di Shabbar, gli avvocati Enrico Della Capanna e Simone Servillo, hanno avuto un colloquio privato con lui. Poi la Corte ha sancito la "riunificazione della posizione di Shabbar" che era stata stralciata temporaneamente in attesa del videocollegamento. Shabbar ha assistito a tutta l'udienza, con l'interprete che ha tradotto ciò che accadeva in Italia. Shabbar non ha reso dichiarazioni, ma non si esclude che possa farlo nelle prossime udienze.