Corruzione, Italia al 61esimo posto nel mondo, penultima in Europa
La corruzione non molla l'Italia, che continua a essere da questo punto di vista uno dei paesi peggiori in Europa. Nel Corruption perception index 2015 di Trasparency International, l’organizzazione non governativa che ogni anno stila la classifica mondiale sulla percezione pubblica di tangenti e simili da parte di uomini d'affari ed esperti, l'Italia occupa il 61esimo posto su 168. A fare compagnia al nostro paese ci sono Lesotho, Montenegro, Senegal e Sud Africa. Poco più in basso c'è la Turchia. Rispetto all'anno scorso la posizione è migliorata: nel 2014 il posto assegnato all'Italia era il 69esimo. Ed è cresciuto anche il punteggio assegnato, passato da 43 e 44. Nonostante questo, a un confronto con gli altri paesi europei la situazione appare impietosa. La Germania sta sopra di noi di 51 posizioni, la Francia 38 e la Spagna 25. Sopra l'Italia ci sono anche Grecia e Romania, cresciute negli ultimi tempi. Peggio di noi in Europa c'è solo la Bulgaria. Nonostante questo, per il vicepresidente di Transparency International, Virginio Carnevali "finalmente si è avuta un’inversione di tendenza, seppur minima, rispetto al passato, che ci fa sperare in un ulteriore miglioramento per i prossimi anni".
In vetta alla classifica c'è la Danimarca, con un punteggio assegnato di 91 punti su 100, seguita dalla Finlandia, dalla Svezia e dalla Nuova Zelanda. In fondo, invece, Corea del Nord e Somalia, che totalizzando meno di 10 punti l'una. L'Italia si inserisce perfettamente nel punteggio medio globale, che è di 43 punti. Ciononostante, Transparency International dice che sotto quota 50 esiste un "serio problema di corruzione", una situazione che riguarda il 53% dei paesi membri del G20. La media di Europa centrale e Asia, invece, è al di sopra della sufficienza: 54 punti. Una cifra di dieci unità superiore a quella assegnata all'Italia. Unità che diventano più di 20 se si guarda alla sola Unione europea, con una media di 65.
Nonostante l'alto livello di corruzione perceputa, in Italia resta basso il numero di condanne. Sono solo 126 i detenuti con una sentenza definitiva per corruzione, 26 per peculato e 11 per concussione. Numeri che rappresentano solo lo 0,31% della popolazione carceraria e lo 0,48% dei condannti in via definitiva. A influire su questo dato è l'intervento della prescrizione.
Quello che misura l'indice di Trasparency International è la percezione della corruzione. Una sorta di cartina tornasole di quella che è la reputazione internazionale del nostro paese. Una circostanza che non è senza risvolti, visto che la bocciatura dell'Italia incide nella capacità di attrarre investimenti esteri.