Corpi a pezzi nelle valigie, parla la figlia delle presunte vittime. L’autopsia: “Sono stati uccisi”
"Ho parlato con i carabinieri e sto aspettando le risposte da loro per andare a fare il test del Dna". È quanto afferma Dorina Pasho, figlia di Shpetim e Teuta Pasho, i due coniugi albanesi scomparsi nel novembre del 2015 ai quali potrebbero appartenere i resti umani ritrovati in tre valigia nelle campagne a pochi metri dal carcere di Sollicciano, a Firenze. "Non avrei bisogno di parlare con nessun giornale finché non escono le cose vere dalle forze dell'ordine presenti – ha aggiunto la donna -, chiediamo tranquillità perché non sappiamo nemmeno noi se" i corpi rinvenuti "siano loro o meno". Dorina Pasho vive a Castelfiorentino, dove il padre e la madre erano arrivati dall'Albania in visita ai familiari e al figlio detenuto nel carcere cittadino, penitenziario tra l'altro confinante con il terreno dove sono state trovate le valigie.
L'autopsia sui resti trovati in tre valigie a Firenze
Da una prima autopsia, si è ipotizzato che i due potrebbero aver trovato la morte all'incirca un anno fa. I cadaveri sarebbero poi stati tagliati con una sega industriale; quello dell'uomo presenta un profondo taglio alla gola, circostanza che farebbe pensare che sia stato ucciso. Stessa sorte per la donna, che sarebbe stata massacrata di botte mentre era distesa a terra e poi asfissiata. L'ipotesi ricostruita dal medico legale è che la donna, di mezza età, deceduta da almeno un anno, sarebbe stata distesa poco prima del decesso. Sopra il suo corpo si sarebbe seduto l'assassino, facendo pressione sullo sterno. Il killer l'avrebbe poi presa a pugni. Sul volto e sulla testa della donna ci sarebbero numerose escoriazioni e contusioni. Diverse le costole fratturate accertate dall'autopsia.