Coronavirus, virologo Silvestri: “Tormentati da complottismo, malattia è gestibile e letalità bassa”
"Anche se siamo tormentati da brutte notizie e scemenze complottiste, centinaia di laboratori e ospedali del mondo stanno scatenando contro Covid-19 l'inferno benefico della scienza". Lo ha dichiarato in un'intervista a la Repubblica Guido Silvestri, direttore del dipartimento di Patologia e Medicina di laboratorio della Emory University ad Atlanta. Secondo Silvestri, bisogna essere ottimisti nella lotta contro il coronavirus perché "centinaia di laboratori del mondo stanno scatenando contro Covid-19 l’inferno benefico della scienza". "Siamo ottimisti – aggiunge – Dove gli ospedali tengono la malattia è gestibile e la letalità non supera l'1-2%".
Perché essere ottimisti di fronte alla pandemia in corso, con i numeri dei contagi in aumento e le terapie intensive degli ospedali al collasso? "Non siamo di fronte alla peste del ‘300. Oggi scienza e virologia ci mettono a disposizione grandi tecnologie – spiega il virologo – Abbiamo farmaci, anticorpi e vaccini allo studio. E poi molte zone del mondo tengono, come il Sud Italia. Con le misure adottate già da tempo, spero che Roma e Napoli non vivano l'ondata della Lombardia". In regioni come Lazio e Campania, un eventuale picco dei contagi è atteso nei prossimi giorni: i medici sperano nella riuscita delle misure di contenimento adottate dalle scorse settimane, ma gli operatori si stanno comunque preparando per la gestione della fase 3 dell'emergenza. Secondo quanto riportato dal virologo, il Sud Italia avrebbe un minor numero di contagi per il caldo. "Spiegherebbe perché sotto Marche e Toscana l'epidemia sembra colpire meno. Basta guardare una cartina della Terra per notare che a sud c'è meno virus, pensiamo al Sud-est asiatico. L'autunno sarà la controprova". E aggiunge: "Non possiamo deprimerci, l'epidemia va affrontata con razionalità".
Silvestri spiega che in Lombardia il coronavirus ha afflitto di più la popolazione per due motivi: il freddo, la popolazione anziana e il sovraccarico ospedaliero. E proprio il freddo, secondo lui, ha avuto un ruolo chiave: questo spiegherebbe perché Roma, rimasta collegata con Milano per settimane, non ha lo stesso numero di contagi.