La scuola ai tempi del Coronavirus. Non sono una sindacalista, sono una semplice insegnante, stufa dell’assoluto silenzio e del caos in cui versa la scuola oggi.
Nelle varie chat di istituto (eh sì, perché ogni scuola ha un gruppo Whatsapp da cui filtrano comunicazioni che dovrebbero avere tutt’altro tono) i docenti linkano notizie, bollettini, catene, meme divertenti, messaggi deliranti per quanto riguarda notizie e ordinanze, anche fake, ma ormai ci siamo stufati pure di avvertire che si tratta di bufale.
Alcuni docenti sono spesso assenti oppure si limitano a comunicare di tanto in tanto col rappresentante di classe indicando giusto un’ordinanza o una comunicazione da parte del dirigente scolastico (o Ds). Altri docenti sovraccaricano gli alunni con decine di schede in pdf al giorno, andando avanti con il programma e lasciando ai genitori il compito di svolgere il lavoro al posto loro.
Fortunatamente altri docenti sanno che ora più che mai è il momento di star vicini ai propri alunni e si sono subito adoperati a trovare un ambiente protetto per attuare una didattica a distanza che prevedesse anche, e soprattutto, una interazione con gli alunni.
Sul sito Istruzione.it, si legge che “secondo quanto disposto dal DPCM del 4/03/2020 i DS attivano per la durata della sospensione, modalità di didattica a distanza, con particolare riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità”. Tutti i DS d’Italia, dunque, hanno inviato circolari nei propri istituti lasciando ampio margine di scelta al docente per quello che concerne le piattaforme previste per la didattica a distanza.
Questo ha portato i docenti a lavorare fino a tarda sera, usando il telefono per comunicare con i colleghi oppure videoconferenze, whatsapp e chi più ne ha più ne metta. Il primo weekend di marzo ci ha visto lavorare anche di sabato e domenica perché coordinare i genitori di più classi non è una cosa semplice e noi docenti già dal 9 marzo dovevamo essere tutti pronti e operativi.
Dunque, sono state attivate diverse classi virtuali per la didattica a distanza con le piattaforme consigliate proprio nella pagina dedicata dal Ministero dell’Istruzione a questa situazione di emergenza. Le indicazioni del MIUR non sono così stringenti e le eventuali limitazioni poste sono state quelle dei DS per i singoli istituti.
E veniamo ai nostri Dirigenti Scolastici. Nelle varie chat d’istituto, spesso invece che scrivere comunicazioni e disposizioni si sono inviate catene e meme, e allora è merito anche loro e delle loro ansie (condivisibili) se siamo nella confusione più totale: se lo fanno loro, possiamo farlo tutti.
Però, a un certo punto, qualcosa deve essere cambiato. Da giovedì 12 iniziano ad arrivare alla spicciolata nuove disposizioni dai DS in tutta Italia, e per ogni ciclo di istruzione: non più le piattaforme (peraltro consigliate dal MIUR) ma solo i registri elettronici. Arriva la comunicazione tramite email o telefonata che i nostri registri elettronici hanno anche la sezione per le classi virtuali, attivate gratuitamente dai gestori fino al 15 giugno (significa che le attività didattiche rimarranno sospese fino ad allora?).
Secondo le varie comunicazioni, occorre abbandonare tutte le piattaforme finora usate, avvertire i rappresentanti di classe del passaggio e far sì che tutti gli alunni si iscrivano a queste nuove piattaforme. Ovviamente, nessuna circolare, nessuna altra comunicazione da parte dei DS.
Altri docenti dicono che i loro DS hanno avuto pressioni dai vari Uffici Scolastici Regionali (USR) che vogliono avere dei rendiconti sulle attività finora proposte: tradotto in parole spicciole ad alcuni è stato richiesto l’invio di tutti i compiti corretti finora, perché a loro volta i DS potessero inviarli agli USR.
Sono gli Uffici Scolastici Regionali che hanno preteso questo cambiamento?
Infine, ad alcuni docenti è stato detto a chiare lettere che sul registro elettronico si possono inserire voti e verifiche. Dunque dobbiamo valutare gli alunni in sospensione didattica? Il MIUR può chiarire a chi non ne ha ancora idea che cosa significa sospensione didattica? Come si fa con gli alunni BES che hanno un disagio economico e familiare? Chi deve contattarli? Si va avanti con argomenti nuovi del programma? Cambierà tutto di nuovo tra una settimana?
Mi dispiace per tutti quei colleghi alle soglie della pensione con poca pratica nelle nuove tecnologie ma che hanno lavorato ugualmente, facendosi aiutare dai membri delle loro famiglia. Mi dispiace per me e la mia famiglia su cui non intendo più riversare questo stress lavorativo, né aggravi economici. Mi dispiace essere abbandonati dal MIUR. Mi dispiace di aver pagato, inutilmente, la tessera del mio sindacato, assenti più che mai anche in questo frangente. Mi dispiace soprattutto che la scuola non abbia alcun riguardo per i bambini con disagio familiare e economico.
Mi dispiace di aver scritto tanto, cari colleghi, ma con questa lettera volevo abbracciarvi virtualmente tutti e ringraziarvi per essere davvero un “corpo” unito nella passione, a prescindere dal delirio che ci circonda.
Grazie per l’attenzione
Firmato: una docente qualsiasi.