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Coronavirus, stop a interventi chirurgici e attività ambulatoriali: quali prestazioni sono garantite

Rimandare tutte le operazioni chirurgiche non strettamente indispensabili, le attività ambulatoriali non urgenti e in generale le prestazioni procrastinabili per liberare spazio e personale per l’emergenza coronavirus. È la misura adottata dagli ospedali di tutta Italia per ricavare letti e risorse da destinare ai pazienti affetti da Covid-19. Molte regioni hanno disposto questa misura per tutte le strutture – dalla Lombardia al Veneto, dal Piemonte alla Campania, ma anche Calabria, Sicilia e Puglia- mentre in altre zone le disposizioni sono state decise dalle singole aziende sanitarie seguendo le indicazioni del ministero della salute. Ecco quali sono gli interventi e le prestazioni garantite, perché non differibili, e quelli che invece possono essere rimandate.
A cura di Simone Gorla
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Rimandare tutte le operazioni chirurgiche non strettamente indispensabili, le attività ambulatoriali non urgenti e in generale le prestazioni procrastinabili per liberare spazio e personale per l'emergenza coronavirus. È la misura adottata dagli ospedali di tutta Italia per tenere libero il maggior numero di letti possibile per i malati di Covid-19. La misura è stata adottata prima nelle aree più colpite dal contagio, a partire dalla Lombardia, poi estesa a ToscanaPiemonte, Campania, Veneto e infine in tutta la penisola, o su diretta disposizione delle giunte regionali o per le misure prese dalle aziende sanitarie seguendo le indicazioni ministeriali.

Coronavirus, ridotti interventi chirurgici in tutte le regioni

Il piano del governo per l'incremento dei posti letto è spiegato in una circolare del ministero della Salute. "Al verificarsi del primo caso indice – si legge nel documento–, ovvero del primo caso confermato di Covid-19 in una determinata area, che viene intercettato dalle autorità sanitarie e di cui non si conosce la fonte di trasmissione o comunque non sia riconducibile a zone già colpita, l'autorità competente determina la rimodulazione dell'attività chirurgica elettiva". In altre parole negli ospedali vengono fermate le attività non urgenti. Ecco quali prestazioni sanitarie saranno garantite e quali possono essere rimandate.

Le operazioni chirurgiche e attività ambulatoriali garantite

Gli ospedali e le aziende sanitarie stanno rimandando tutte le attività non urgenti che richiedono la terapia intensiva. Ciò significa che gli interventi chirurgici vengono effettuati solo per i pazienti in pericolo imminente di vita. Non c'è una distinzione per discipline né un prospetto di quali attività fermare e quali no. Ogni struttura sanitaria può organizzarsi in base a esigenze e priorità. In generale si tende a rinviare tutte le operazioni che possono aspettare qualche giorno senza gravi conseguenze. Sono garantiti gli interventi per chi arriva in pronto soccorso con traumi gravi, in condizioni critiche, per infarti e altri problemi cardiaci, i trapianti e in generale per ogni situazione in cui c'è un rischio forte. Allo stesso modo sono garantite prestazioni di assistenza fondamentali come dialisi, chemioterapia e radioterapia, ma anche le cure palliative.

Quali sono le prestazioni che possono essere rimandate

Tutte le attività che possono aspettare vengono rinviate. Questo può riguardare interventi ortopedici (operazioni all'anca, al ginocchio o altro già in programma), interventi oculistici (per esempio quelli di cataratta), in alcuni casi anche pazienti oncologici, ma solo se gli interventi possono essere rimandati senza rischi. In caso contrario è garantito lo svolgimento dell'operazione come previsto. "Sono scelte difficili, viene valutata l’urgenza e la possibilità di differire", spiega a Fanpage un medico al lavoro in un grande ospedale di Milano. "È una misura drastica che sicuramente crea difficoltà e disagi, ma in un’ottica di sistema e di emergenza bisogna fare scelte difficili". Differite in alcuni casi anche attività come vaccinazioni, prelievi del sangue, esami della vista per la patente, screening di primo livello. Lo stop è stato gradualmente esteso non solo agli interventi chirurgici ma a tutte le attività di ricovero e ambulatoriali differibili e non urgenti, incluse quelle erogate in regime di libera professione intramoenia

Punti nascita e interruzioni di gravidanza

Anche le attività dei reparti di ostetricia e ginecologia continua con tutti gli accorgimenti del caso. I punti nascita restano aperti, salvo indicazioni diverse da parte delle azienda sanitarie che in alcuni casi hanno accorpato alcune strutture. Per quanto riguarda le interruzioni volontarie di gravidanza, vengono fatte perché non sono differibili, quindi rientrano nelle urgenze. Si tratta comunque di un intervento in day hospital o farmacologico e che non comporta l'impiego di letti per la notte. L'aborto può essere rimandato di qualche giorno, ma deve essere fatto entro il limite previsto.

Bisogna ricordare che ogni azienda sanitaria si organizza in base alle proprie esigenze e risorse. È quindi sempre consigliabile contattare la struttura o verificare online quali sono le prestazioni interrotte. I pazienti i cui esami o interventi programmati sono rimandati vengono comunque avvertiti direttamente. 

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