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Sospesi i visti dalla Cina per rischio Coronavirus. Misure di prevenzione anche per i porti italiani

È stata sospesa la concessione di visti in Cina per l’Italia da parte delle agenzie autorizzate. La notizia è stata diffusa da sottosegretario al Turismo del Mibact, Lorenza Bonaccorsi. Sono state estese anche ai porti le misure precauzionali previste negli aeroporti in relazione all’emergenza sanitaria.
A cura di Annalisa Cangemi
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"In questo momento l'importante è riuscire a contenere il contagio del Coronavirus ed evitare al massimo di alimentare panico e allarmismo. Giovedì saranno convocati al Mibact i rappresentanti delle varie categorie del settore turistico per fare il punto sulla situazione e capire come affrontare questa fase di emergenza, in particolare sul fronte dei flussi in arrivo che stanno risentendo delle restrizioni sui voli". Lo ha fatto sapere in una nota Lorenza Bonaccorsi, Sottosegretario al Turismo del Mibact. "È stata sospesa la concessione di visti in Cina per l'Italia da parte delle agenzie autorizzate. Restano solo quelli concessi dalle nostre strutture consolari per motivi familiari o casi di conclamata e acclarata urgenza", ha aggiunto.

A quanto si apprende i 67 italiani che rientreranno da Wuhan lunedì verranno trasferiti nel Centro olimpico della ‘città militare' della Cecchignola, a Roma. Sarebbe questa, secondo quanto apprende l'Ansa, l'indicazione che è emersa nel corso del Comitato operativo convocato nella sede del Dipartimento della Protezione Civile. L'arrivo del volo all'aeroporto militare di Pratica di Mare, salvo cambiamenti dell'ultim'ora, è previsto per le 8.15 di lunedì mattina.

Le misure precauzionali previste negli aeroporti in relazione all'emergenza sanitaria saranno estese anche ai porti. Secondo quanto si apprende, nel corso della riunione del comitato operativo della Protezione Civile è stato deciso di estendere alle navi in transito nei porti italiani la procedura di ‘libera pratica sanitaria' prevista per le navi extra Ue. In sostanza, i medici potranno salire a bordo delle navi per fare analisi ed esami, sia se da bordo verranno segnalati casi sospetti sia agendo autonomamente, su disposizione delle Asl.

Intanto dalla prima fase dell'indagine epidemiologica condotta dalla Asl, ancora in corso, la coppia di turisti cinesi in Italia contagiata dal virus, adesso in cura a Roma, non avrebbe avuto contatti diretti con altre persone durante il pernottamento in hotel a Firenze. "Al momento abbiamo riscontrato elementi tranquillizzanti ma ancora il cerchio non è chiuso", ha spiegato il direttore del Dipartimento di prevenzione dell'Usl Toscana Centro, Renzo Berti. "I due sono restati a Firenze circa 12 ore, sono arrivati nel tardo pomeriggio del 27 gennaio e ripartiti la mattina dopo per Roma. Non emergono ad ora contatti rilevanti nella struttura dove hanno alloggiato, non c'è stata quindi alcuna necessità di intervento da parte nostra".

"Tuttavia il cerchio non è chiuso e stiamo ancora lavorando – prosegue Berti – Parlando coi gestori dell'hotel risulta che sono stati fuori: dobbiamo capire dove hanno cenato", mentre "altri accertamenti sono in corso riguardo al pullman su cui hanno viaggiato per Roma".

Borrelli: "Non chiuderemo le frontiere"

"Non c'è oggi in Europa e in Italia una condizione tale che possa far ipotizzare una chiusura delle frontiere. Sarebbe una misura veramente assurda". Lo ha detto il commissario straordinario per l'emergenza coronavirus Angelo Borrelli, sottolineando che si sta comunque lavorando per capire come potenziare i controlli su treni e auto in arrivo nel Paese.

"Chiunque vuole rientrare in Italia deve essere messo in condizione di rientrare", ha aggiunto, facendo il punto sugli italiani che si trovano ancora in Cina. "Non abbiamo ancora un numero definitivo di quanti siano coloro che vogliono rientrare, è un'indicazione sulla quale stanno lavorando il ministero degli Esteri e l'Enac e che ci deve arrivare dalla Farnesina, con la quale il filo è costante e continuo", ha detto ancora Borrelli, ribadendo che, "fermo restando il concetto di massima precauzione, dobbiamo consentire che ci vuole rientrare lo possa fare".

L'altra questione che va affrontata è quella del blocco delle merci. "Ci stiamo lavorando, in questo momento è tutto fermo ma sto aspettando indicazioni dall'Enac che deve emettere un Notam. Si tratta di una misura troppo restrittiva poiché ci sono alcune merci, penso a dispositivi medicali come le provette per fare le analisi, che devono poter viaggiare".

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