Coronavirus shop, vendevano antidoti contro il contagio a prezzi folli: 14 imprenditori denunciati
Ionizzatori d'ambiente, mascherine, tute, guanti protettivi, prodotti igienizzanti, occhiali, kit vari, facciali filtranti, copri-sanitari, integratori alimentari, e tanto altro ancora. È quanto scoperto dalla Guardia di Finanza di Torino che ha denunciato 14 imprenditori, accusati di vendere con l'inganno, e a prezzi folli, prodotti presentati come antidoti che potevano garantire l'immunità totale dal Covid-19. Un vero e proprio "Coronavirus shop", come l'hanno ribattezzato le fiamme gialle. Ora, gli imprenditori in questione, tutti italiani, responsabili di frode in commercio, rischiano fino a 2 anni di reclusione. Nello specifico, è stato evidenziato il fatto che le autorità sanitarie sono state ripetutamente chiare nel lanciare i messaggi alla collettività sulle modalità di utilizzo, sulla tipologia e sull’effettiva protezione degli articoli sanitari che in ogni caso devono esser associati ad un corretto stile di vita dal punto di vista igienico-sanitario, senza sottolinearne inesistenti effetti "miracolistici".
La frode scoperta dalla Guardia di Finanza torinese riguarda tutto il territorio nazionale. Ferramenta, commercianti di detersivi, autoricambi, coltivatori diretti e allevatori di bestiame, venditori porta a porta, profumerie: queste le attività dei "furbetti del web". Torino, Cosenza, Napoli, Foggia, Rimini, Salerno, Caserta, Modena, Cagliari, Campobasso, Mantova e Macerata, invece, le province coinvolte nell'operazione.
I Finanzieri hanno inoltre segnalato all'Autorità Giudiziaria le 16 società coinvolte per la responsabilità amministrativa derivante dalla commissione dei reati, violazioni queste, che prevedono sanzioni e pene severissime; si va dalle sanzioni pecuniarie, alla confisca del profitto ottenuto, alla revoca delle licenze, sino al divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione. Si allunga così l'elenco dei truffatori del web pronti a garantire una protezione totale dal contagio da Coronavirus, grazie all’utilizzo delle più disparate apparecchiature o di dispositivi di protezione individuale di facile reperibilità sul mercato, rivendute a prezzi esorbitanti, che sfiorano le migliaia di euro.