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Sala fa retromarcia sull’apertura di Milano: “Giusto essere rigidi, due mesi per il ritorno alla normalità”

“In questo momento serve essere abbastanza rigidi e non cadere nell’ottimismo di maniera, per un ritorno alla normalità serviranno un paio di mesi”. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sceglie la linea della prudenza nell’affrontare il coronavirus. Dopo gli inviti a fare ripartire la città il più rapidamente possibile per scongiurare contraccolpi economici troppo pesanti, ora il primo cittadino avverte che servirà tempo e “se c’è da essere più rigorosi adesso per evitare il picco lo si fa”. Da questa esperienza, è la riflessione, la città e milanesi non potranno che uscire cambiati: “Non si può immaginare che la nostra mentalità non ne esca trasformata”.
A cura di Simone Gorla
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"In questo momento serve essere abbastanza rigidi e non cadere nell'ottimismo di maniera, per un ritorno alla normalità serviranno un paio di mesi". Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sceglie la linea della prudenza nell'affrontare il coronavirus. Nella prima settimana di emergenza il primo cittadino meneghino aveva subito chiesto di mettere la città in condizione di ripartire il più rapidamente possibile, preoccupato per le conseguenze economiche delle misure imposte per limitare il contagio.

Coronavirus, Sala sceglie la prudenza: Un paio di mesi per tornare alla normalità

"Bisogna non cadere nell'ottimismo di maniera e neanche nel pessimismo. Parlavo con amici imprenditori in Cina e mi descrivevano un ritorno alla normalità adesso, un paio di mesi, potrebbe essere così anche per noi. Certo bisogna essere determinati nel controllare il nostro modo di vivere, in questo momento serve essere abbastanza rigidi", ha detto oggi Sala. "Se c'è da essere più rigorosi adesso per evitare il picco lo si fa", ha aggiunto il sindaco in un'intervista al Corriere della Sera, "non è il momento di polemizzare sulla qualità della sanità. Il rischio di non farcela se aumentano i contagi c'è".

La richiesta del sindaco: Rinviare il pagamento dei tributi

"Credo che il governo debba fare alcune cose: estendere quello che si e' immaginato per la zona rossa alla gialla" come "i 500 euro al mese per gli autonomi, una cassa integrazione in deroga anche per chi ha meno di 15 dipendenti" per il settore alberghiero, e "minimo rinviare il pagamento dei tributi o immaginare che per due o tre mesi i tributi non si pagano".. "Difficile – ha aggiunto – e' capire quante risorse ci saranno in meno per capire chi sostenere di piu' senza scontentare nessuno e fare una cosa giusta".

"Impossibile che la nostra mentalità non ne esca trasformata"

Per il primo cittadino di Milano la città e i suoi abitanti non potranno che uscire cambiati da questa situazione. "Non si può immaginare che la nostra mentalità non ne esca trasformata", ha detto. "Ci sono due istanze: la prima, è meglio un mondo chiuso; la seconda, non cambierà nulla in noi. Se si voleva una dimostrazione di cosa è un mondo chiuso è questa: è quello che vogliamo?". L'invito del sindaco alle aziende è di sperimentare lo Smart working. "Noi lo abbiamo concesso a 500 dipendenti comunali", ha sottolineato, "è una opportunità. Lancio un invito alle aziende: provateci, è veramente il momento in cui serve il telelavoro".

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