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Coronavirus, quando finirà l’emergenza? Il Cnr: “Lo sapremo tra due o tre settimane”

Quanto durerà l’emergenza coronavirus in Italia? È la domanda che tutti si stanno facendo dopo l’inasprimento delle misure per il contenimento del contagio e la decisione del governo di chiudere tutte le scuole e le università fino a metà marzo. “Questa situazione non si risolverà nel giro di pochi giorni”, avverte Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr. Ci vorranno almeno due o tre settimane per poter vedere i primi effetti dei provvedimenti e capire se le nuove infezioni stanno diminuendo.
A cura di Simone Gorla
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L'emergenza coronavirus in Italia non si risolverà nel giro di pochi giorni. Ci vorranno almeno due o tre settimane per poter vedere i primi effetti delle misure adottate dal governo per limitare il contagio e per questo motivo sarà necessario un grande senso di responsabilità da parte dei cittadini. È il messaggio di Giovanni Maga, direttore dell'Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igm), che stima tempi ancora medio-lunghi per il contenimento dell'epidemia.

Coronavirus, Magi (Cnr): La situazione non si risolverà in pochi giorni

"Questa situazione non si risolverà nel giro di pochi giorni. Alla fine di questa settimana potremo forse avere una prima indicazione se le infezioni a livello dei focolai stanno diminuendo, ma considerando che il tempo di incubazione è di circa 10 giorni, noi oggi stiamo assistendo alla manifestazione di infezioni pregresse", ha spiegato lo scienziato in un'intervista all'agenzia Agi. Dovremmo aspettare quindi almeno un paio di settimane per capire se le nuove infezioni stanno diminuendo per effetto dei provvedimenti adottati, tra cui la chiusura di scuole e università fino al metà marzo. In questo momento comunque "siamo in grado di controllare la situazione" e quindi "siamo anche in grado di spegnerla auspicabilmente in tempi brevi".

Contagio a ‘livello 2': evitare diffusione incontrollata dei focolai

L'attuale situazione italiana, ha aggiunto, è quella che il  Centro europeo per il controllo delle malattie definisce di ‘livello 2'. "Abbiamo focolai localizzati con trasmissione da persona a persona ormai di seconda, terza e quarta generazione e alcuni casi sporadici, tutti fortunatamente controllati e identificati", ha sottolineato Maga. Fondamentale è ora evitare di passare a ‘livello 3', cioè che i" focolai circoscritti e limitati si diffondano e diano quindi origine a un'epidemia estesa".

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