video suggerito
video suggerito
Covid 19

Quali sono le persone più a rischio Coronavirus

Per gli over 80 l’infezione risulta più aggressiva. Un altro fattore di rischio è la presenza di malattie preesistenti, specie quelle cardiovascolari, diabete, insufficienza respiratoria cronica e ipertensione. I risultati dell’analisi del Chinese centre for disease control and prevention fu 44mila casi di coronavirus.
A cura di Biagio Chiariello
1.011 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Il Chinese Journal of Epidemiology ha pubblicato il più importante studio epidemiologico sul nuovo coronavirus Covid-19 prendendo in esame oltre 44 mila casi.  L’analisi del Chinese centre for disease control and prevention ha riscontrato che il tasso di mortalità cresce dallo 0,2% tra 10 e 39 anni al 14,8% sopra gli 80. Un altro fattore di rischio è la presenza di malattie preesistenti, specie quelle cardiovascolari, diabete, insufficienza respiratoria cronica e ipertensione.

L’identikit delle persone più a rischio

La Società italiana di Geriatria e gerontologia (Sigg) ha fatto il punto sull’epidemia e suggerisce cautele e precauzioni in linea con le disposizioni ministeriali. “Nell'anziano l'infezione da Covid-19 può essere più aggressiva, come per altre infezioni virali, perchè la senescenza del sistema immunitario e le malattie croniche espongono gli individui in età avanzata a un rischio non di maggior contagio ma di sviluppare un'infezione decisamente più grave”, spiega Raffaele Antonelli Incalzi, presidente della Sigg. “Nelle casistiche cinesi i deceduti sono più anziani dei sopravvissuti e spesso hanno uno o più malattie croniche sebbene non manchino morti in giovane età", aggiunge. I geriatri raccomandano di dare ascolto solo alle fonti ufficiali, cioè alle comunicazioni e disposizioni ministeriali, ignorando qualunque indicazione su supposti strumenti preventivi o terapeutici ad hoc. Per ora "la prevenzione si basa solo sulle regole classiche e l'unica terapia, ospedaliera, sembra essere il plasma dei pazienti guariti”.

Coronavirus, per gli over 80 infezione più aggressiva

Gli esperti consigliano tuttavia di non esporsi a temperature troppo basse, per dare modo al virus di diffondersi più facilmente . È bene conoscerne i sintomi e non farsi prendere dal panico. Febbre, astenia con eventuali dolori muscolari e – meno – tosse secca sono i sintomi classici. Quindi, “l'impronta prettamente respiratoria (affanno e tosse con catarro) non è comune all'esordio, lo diviene tardivamente”. Trattandosi di sintomi condivisi con altre malattie, infettive e non, è bene non allarmarsi, consultare il proprio medico e fare un'attenta analisi dei contatti, per quanto l'attuale livello di conoscenza permetta. In caso di contatto dubbio, va senz'altro segnalato.

“Data l'evidente presenza di una lacuna della trama epidemiologica e di prevenzione – indica Antonelli Incalzi – alla base del focolaio appena emerso, si potrebbero ipotizzare screening sierologici random in soggetti con sintomi classici iniziali o con polmonite a focolai multipli”. E conclude: “La specificità dell'anziano sta nella maggiore vulnerabilità. Quindi, è particolarmente importante per gli anziani limitare le occasioni di contagio e avere, in aree a rischio, una elevata soglia di attenzione ai sintomi iniziali, soprattutto febbre e astenia”.

1.011 CONDIVISIONI
32831 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views