“Prossima settimana primi segnali positivi”: la speranza dell’infettivologo del Sacco
Una delle domande più pressanti che tutti gli italiani si stanno facendo da giorni è questa: quando finirà l'epidemia da Coronavirus che sta mettendo in ginocchio in particolare la Lombardia? Purtroppo è praticamente impossibile, al momento, dare una risposta certa. Ma le previsioni, che in questa fase si mischiano con le speranze, non mancano. A fornire la propria è stato questa mattina anche Giuliano Rizzardini, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano: "La mia speranza – ha detto l'infettivologo a SkyTg24 – è che la settimana prossima si cominci a vedere qualcosa".
Negli ultimi giorni un po' di pressione in meno sul pronto soccorso
Il Sacco è il centro di riferimento per il Coronavirus in Lombardia, dove tra l'altro è stato isolato anche il "ceppo milanese" del virus. Il professor Rizzardini mostra un po' di ottimismo anche sulla base di quanto osserva nella sua struttura, dove sembra vedersi qualche effetto delle misure di contenimento dell'epidemia disposte dal governo mediante i vari decreti della Presidenza del consiglio dei ministri: "Qualche piccolo segnale positivo di queste norme sembra vedersi, però la mia è un po' una visione del luogo in cui arrivano gli ammalati e non ho la visione globale. Negli ultimi giorni forse c'è un po' di pressione in meno sul pronto soccorso – ha detto l'infettivologo – e questo fa ben sperare".
Ma in Lombardia è ancora elevato il numero di chi si sposta e non resta a casa
In Lombardia i contagi sono arrivati ieri a 16220, con 879 persone ricoverate in terapia intensiva e purtroppo 1640 decessi. Ieri il governatore Attilio Fontana aveva parlato di giovedì, quindi domani, come del possibile punto di svolta per la curva dei contagi, che continua a crescere in maniera costante, ma non esponenziale. Ad accelerare il momento in cui questa curva potrebbe flettersi, ed eventualmente iniziare a decrescere, dovrà essere però in primo luogo il comportamento di tutti i cittadini lombardi. Quel "restate a casa", che è al momento l'unico rimedio efficace per contenere il contagio, non è finora stato rispettato alla lettera da tutti i lombardi: al di là di chi è costretto da esigenze lavorative e altre necessità, sono ancora tanti i cittadini infatti che effettuano spostamenti anche a lungo raggio, come evidenziato dall'analisi delle celle telefoniche resa nota ieri per la prima volta dal vice presidente della Lombardia Fabrizio Sala: "Si muove ancora il 40 per cento della popolazione Lombarda, non è sufficiente".