Primi due casi di Coronavirus in Italia: diecimila contagi nel mondo, i morti sono 213
Il Coronavirus partito da Wuhan in Cina è ormai un’emergenza sanitaria globale, a sancirlo definitivamente nelle scorse ore è stata l’organizzazione mondiale della sanità facendo il punto sulla situazione del contagio a livello mondiale. "Il motivo principale di questa dichiarazione non è ciò che sta accadendo in Cina, ma ciò che sta accadendo in altri paesi", ha affermato il capo dell'OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus. il riferimento è alle decine di casi confermati in altri Paesi, sia asiatici sia oltre continente, tra cui anche l’Italia dove ieri sera è stata confermato il contagio di due cittadini cinesi in viaggio nel nostro Paese, a Roma, come turisti. Sempre secondo l’Oms, il contagio ormai ha interessato una ventina di Paesi per circa un centinaio di casi, dall’America all’Asia passando per l’Europa e l’Oceania, anche se fortunatamente fino ad ora non si registrano decessi al di fuori della Cina.
Coronavirus, i paesi più colpiti oltre la Cina
Nel dettaglio, i Paesi più colpiti sono quelli asiatici come Tailandia, Giappone e Singapore con oltre dieci casi. Molti casi anche in Malesia Corea del sud e Australia. Meno di cinque casi invece in altri Paesi occidentali come Francia, Germania e Stati Uniti. Ovviamente però al momento la nazione più colpita resta la Cina e in particolar modo la zona di Wuhan, l’epicentro del contagio. Secondo gli ultimi dati forniti, nel Paese asiatico sono stati identificati ben diecimila casi di Coronavirus mentre i decessi ormai hanno sforato quota duecento attestandosi a 213. Anche la maggior parte dei casi internazionali riguarda persone che erano state nella città cinese di Wuhan, nella provincia dell’Hubei. Non fanno eccezione i due casi italiani, una coppia di turisti originaria proprio della metropoli cinese ora completamente isolata e in quarantena.
La Cina isolata per il Coronavirus
Il problema è che prima della quarantena milioni di persone avevano già lasciato la zona di Wuhan diventando inconsapevolmente principale vettore del virus. Il sindaco di Wuhan nei giorni scorsi aveva ammesso che per ragioni burocratiche le autorità locali hanno tardato a mettere in atto tutte le misure di sicurezza possibili lasciando che il coronavirus si diffondesse. Ad aggravare la situazione il fatto che si era in prossimità dei festeggiamenti del Capodanno cinese quando quasi tutti nel Paese si spostano per le uniche festività a disposizione.
Usa avvertono: "Non viaggiate in Cina"
Gli Stati Uniti hanno emesso un'avviso in cui chiedono agli americani di non viaggiare in Cina a causa del coronavirus. Lo rende noto il Dipartimento di Stato Usa. "I viaggiatori dovranno aspettarsi che vengano introdotte restrizioni di viaggio improvvisamente e senza preavviso. I vettori commerciali hanno tagliato o sospeso le rotte da o verso la Cina", spiega una nota della diplomazia americana . Gli americani "attualmente in Cina dovrebbero valutare la possibilità di lasciare il Paese con mezzi commerciali. Il Dipartimento di Stato ha chiesto che tutti i dipendenti non essenziali del governo degli Stati Uniti rimandino i loro viaggi in Cina a causa del nuovo coronavirus", si lege anocra nell'avviso he innalza il livello di allerta americano per la Cina a 4 su una scala di 4, lo stesso livello di paesi come l'Afghanistan, l'Iraq o l'Iran.
In Cina negozi chiuse e intere regioni in quarantena
Come contromisura la maggior parte dei Paesi occidentali ha deciso di bloccare i voli da e per la Cina, compresa l’Italia, o comunque di adottare misure di controllo straordinarie sui passeggeri dal Paese asiatico. Molte aziende occidentali come come Google, Ikea, Starbucks e Tesla inoltre hanno deciso di chiudere i propri negozi e stabilimenti sul posto e di sospendere i viaggi di affari in Cina. Questo però non ha evitato i contagi che in alcuni stati sono avvenuti per contatto tra uomo e uomo: è il caso di Germania, Giappone, Vietnam e Stati Uniti.
Oms teme Coronavirus in Paesi poveri
La stessa Oms però teme che il contagio possa raggiungere Paesi in via di sviluppo come quelli africani dove senza adeguate misure di prevenzione il coronavirus potrebbe andare fuori controllo con conseguenze disastrose. La Cina in effetti ha molti contatati con Paesi a basso reddito dove non solo mancano gli strumenti per contrastare il coronavirus ma persino per riconoscerlo.