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Polemiche tra Lombardia e Protezione civile sulle mascherine inviate: “Fogli di carta”

La Regione Lombardia ha ritirato 250mila mascherine che erano state inviate dalla protezione civile. L’assessore al Welfare Giulio Gallera le ha mostrate ad alcuni giornalisti, definendole dei “fogli di carta” e “panni per pulire per terra, meno solide della carta igienica”. “Non sono neanche marchiate Ce”, ha detto in un video. “Accuse false e ingiustificate”, la replica della protezione civile.
A cura di Francesco Loiacono
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Dei "fogli di carta", o "panni per pulire per terra, meno solide della carta igienica". Queste le parole che l'assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera ha utilizzato ieri per definire un quantitativo di mascherine inviate dalla Protezione civile. In un video poi diffuso su Facebook l'assessore ha mostrato i dispositivi di protezione individuale arrivati a Milano ad alcuni giornalisti, commentando sarcasticamente: "Queste sono le mascherine che secondo la protezione civile per noi vanno bene". "Capiamo le esigenze di tutti – ha aggiunto l'assessore – non vogliamo colpevolizzare nessuno, ma quando si dice che queste possono essere distribuite e infermieri e medici che trattano i pazienti Covid-19…  Non sono neanche marchiate Ce". Gallera ha poi affermato che dei dispositivi a suo dire inadeguati ne sono arrivati 250mila: "Noi le abbiamo ritirate chiaramente, non possono essere assolutamente utilizzate all'interno di un ospedale".

La replica della Protezione civile: Accusa ingiuste

La polemica sulle mascherine si innesta in un'altra più ampia tra Milano e Roma, che riguarda l'allestimento di un ospedale temporaneo negli spazi dell'ex Fiera Milano al Portello. Le schermaglie tra Regione Lombardia e il governo vanno avanti sulle pagine dei giornali: in un'intervista al quotidiano "La Repubblica" il governatore Attilio Fontana ha detto che a Roma c'è una "percezione sbagliatissima" della gravità della situazione, specie relativamente alla pressione sui reparti di terapia intensiva. La replica alle accuse della Regione sia sulle mascherine sia sull'ospedale al Portello è arrivata dalle pagine del "Corriere della sera": "Accusarci di ostacolare il reperimento di mascherine e altre attrezzature è falso oltre che ingiusto", ha detto Luigi D'Angelo, responsabile delle emergenze per la Protezione civile. D'Angelo ha spiegato che la protezione civile ha trasferito alle Regione "tutto quello che abbiamo" per ovviare alle carenze. "Al momento non abbiamo altre mascherine – ha spiegato – ma la Lombardia ne ha avute un numero superiore a quello delle altre proprio perché è in una situazione drammatica".

Sull'ospedale al Portello: Il vero problema è il personale

D'Angelo ha anche spiegato il dietrofront della Protezione civile sulla struttura temporanea che Regione Lombardia intende allestire negli spazzi dell'Ex Fiera Milano, dove si vorrebbero creare 500 posti di terapia intensiva: "Per allestire un ospedale ci vuole un mese. Ma il vero problema è il personale: ci volevano almeno 400 medici e 800 infermieri e non abbiamo la possibilità di destinare tutte queste forze per una nuova struttura. Per questo abbiamo preferito aumentare i posti letto in altri ospedali in modo da poter procedere in pochissimi giorni". "È una guerra sì – ha concluso D'Angelo -. L'onda è partita molti giorni fa, non sappiamo quando riusciremo a fermarla".

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