Piero Angela: “Situazione difficile, ma non sono così preoccupato dal Coronavirus”
"Faccio questo lavoro da 68 anni, ma mai mi era capitato di raccontare una situazione simile". Piero Angela è intervenuto nel corso di una conferenza stampa indetta dall'Ordine dei Giornalisti in merito al coronavirus e al lavoro degli operatori dell'informazione nel descrivere l'emergenza sanitaria in atto. "Ci sono due aspetti, come sapete: il contenimento dell'infezione e le conseguenze economiche. Non invidio chi deve prendere decisioni importanti in questi momenti. Sembra che il virus sia meno virulento di come appariva inizialmente in Cina. E poi si è visto che il contagio si, esiste, ma come è stato detto dal professor Ricciardi, il 95 per cento dei contagiati guarisce. Si tratta di una situazione allarmante, ma i dati dicono che ogni anno nel mondo ci sono da 300 a 600 mila morti per influenza. Bisogna essere ragionevoli e avere buonsenso", ha detto il decano dei divulgatori scientifici.
"Preservare l'Italia: non deve sembrare un posto dove non si può più andare"
"Credo che questa situazione che si è creata in Italia abbia spaventato le persone che sono all'estero. Si è creata una psicosi verso l'Italia, le persone cancellano le prenotazioni per i viaggi. Improvvisamente questo grande clamore che si è sollevato per questo contagio ha creato una situazione tale per cui dobbiamo essere molto responsabili. Tutti voi fate molto bene il vostro lavoro, bisogna dire tutto quello che accade. Ma certamente io non sono così allarmato, spero che l'emergenza si esaurisca e rientri con la buona stagione e che nel frattempo si trovi qualche vaccino o qualche farmaco. Il senno di poi ci dirà se queste misure intraprese erano eccessive oppure in realtà hanno preservato da un dilagare molto forte. Il mio Paese deve essere preservato anche da un altro contagio, cioè di quello di dare l'idea agli altri di un malato, di un posto di dove non si può più andare", le parole di Angela.