Perché Piemonte e Lombardia (e non solo) vogliono passare in zona arancione
Nonostante la situazione resti ancora critica e il virus sia tutt’altro che scomparso, da quattro giorni in Lombardia e Piemonte è iniziata una lenta discesa del contagio: se si continua così le due regioni, tra le prime ad entrare in zona rossa, potrebbero ‘retrocedere’ in zona arancione tra una decina di giorni. “Le prime regioni entrate in zona rossa dovrebbero essere anche le prime a uscirne“, aveva infatti spiegato il ministro della Salute Roberto Speranza. E infatti da venerdì 13 novembre Piemonte e Lombardia sono scese ad un livello inferiore di rischio ed è iniziato il pressing su Conte & c. per abbreviare in tempi brevi l’uscita dal lockdown.
Secondo il decreto in vigore per le aree rosse e arancioni servono 14 giorni di permanenza nello scenario di rischio inferiore prima di allentare le misure restrittive. L’uscita formale dal lockdown non potrà quindi avvenire prima di venerdì 27. “C’è una decelerazione e questa settimana sarà importante vedere se continua e quali sono i numeri dei ricoveri. Ma ancora non siamo di fronte a un arretramento del virus. La situazione resta molto seria, nessuna regione italiana è in zona verde. Serve la massima prudenza”, ha precisato Speranza. Non si esclude quindi che, trattandosi di territori variegati, alcune zone possano continuare a rimanere rosse anche dopo il 27.
Il pressing sull'esecutivo ha i toni decisi di Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia (arancione), che ha chiesto e ottenuto per oggi 17 novembre una riunione straordinaria della Conferenza delle Regioni. “Potremo finalmente confrontarci sui criteri applicati dal Comitato tecnico scientifico rispetto ai dati forniti a livello regionale – dice l'esponente leghista -. E’ un atto dovuto per chiarezza nei confronti dei cittadini e delle imprese della mia regione”. Sempre per oggi gli esperti del Cts cominceranno ad aggiornare i dati dei territori e si farà maggior chiarezza sul presunto trend in discesa di Lombardia e Piemonte. In una situazione opposta sono Abruzzo e Puglia. La prima è già ufficialmente in fascia rossa, la seconda rischia di finirci a breve.