Per la prima volta nella storia gli scout fermano le attività
A causa dell’emergenza Coronavirus, per la prima volta nell’ultracentenaria storia dello scautismo italiano saranno sospese tutte le attività di lupetti ed esploratori: non era mai successo neppure al tempo del fascismo, quando Mussolini sciolse le associazioni scout e gli iscritti continuarono ad operare in modo clandestino, come mostrato nel recente film di successo “Aquile randagie”. Il blocco è già partito in Regioni con decine di migliaia di iscritti quali Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Sicilia, Campania, Lazio, Liguria, Umbria e sarà estero in giornata in tutta Italia.
L’ordine arrivato dall’alto è stato quello di rispettare i divieti di assembramento stabiliti dal decreto firmato nelle scorse ore dal governo Conte. Le sedi regionali stanno comunicando in queste ore che bisogna fermarsi fino al 15 marzo: niente riunioni, niente uscite all’area aperta, niente campi. I provvedimenti riguarderanno gli oltre duecentomila bambini, giovani ed adulti che fanno parte del movimento scout nel nostro Paese e che seguono il più diffuso modello educativo del mondo, strutturato tra fine Ottocento ed inizio Novecento dall’ufficiale inglese Robert Stephenson Baden-Powell, che mescola il servizio agli altri, il gioco, il rispetto della religione e delle istituzioni.
“Siamo consapevoli che si tratta di una forma cautelativa straordinaria – spiegano i responsabili regionali di Agesci Lazio, Francesca Orlandi e Francesco Scoppola – ma ci sentiamo di dover sostenere lo spirito di tutela del DPCM, rinnovando in tale modo il nostro impegno a essere comunità anche in questa particolare situazione.”
Non solo l’Agesci ha bloccato le sue attività, ma anche le Acli, la più importante associazione cattolica italiana, con circa 800mila soci di sistema. Il presidente dell’associazione dei lavoratori cristiani Roberto Rossini ha infatti sospeso in mattinata il proprio percorso congressuale, che avrebbe portato alla nomina di nuovi organismi nel prossimo mese di aprile.