Paura alla casa di riposo di Cingoli: su 40 ospiti 37 sono contagiati da Coronavirus. Due i decessi
Su quaranta ospiti, la maggior parte dei quali costretti a letto, 37 sono risultati positivi al Coronavirus e due sono deceduti. Dramma nella casa di riposo di Cingoli, in provincia di Macerata, nelle Marche, diventata improvvisamente un focolaio di Covid-19. "C'è una situazione drammatica", ha detto il sindaco Michele Vittori, commentano quanto sta succedendo nella struttura. Tra gli infetti, ci sono una infermiera, un medico di base e due operatrici e una di loro ha a sua volta contagiato il marito. Il vicesindaco Filippo Saltamartini ha lanciato vari appelli sui social affinché chiunque possa contribuisca a far arrivare aiuti in questo comune di poco più di 10mila anime: "Abbiamo bisogno di medici militari e di mascherine", ha scritto più volte sul proprio profilo Facebook, aggiungendo: "I dipendenti della cooperativa che assistono gli anziani sono eroici, continuano a fare le pulizie e preparare i pasti con protezioni di fortuna. Abbiamo bisogno di medici militari se non vengono quelli della Asl".
L'incubo nella casa di riposo comincia il 10 marzo scorso, quando una donna di 80 anni si sente male, dopo essere stata visitata all'ospedale di Ancona. È poi risultata positiva al Coronavirus ed è attualmente ricoverata in terapia intensiva a Camerino. Da allora è scattato l'allarme: in 6 giorni sono stati fatti tamponi anche agli altri ospiti, tutti con esito positivo, per un totale di 37 infetti. Due di loro sono morti, come riporta Il Resto del Carlino.
Intanto, l'amministrazione comunale ha emesso un'ordinanza urgente per isolare "tutte le persone che a qualsiasi titolo sono entrate all'interno dei locali della Casa di riposo". Il sindaco Vittori ha decretato che chiunque abbia frequentato l'istituto dal giorno 20 febbraio 2020 è tenuto a comunicare al Comune, al numero 3316906665, la data dell'avvenuta visita e ad osservare un periodo di isolamento volontario presso la propria abitazione di 15 giorni. È escluso dall'osservanza di questo obbligo il personale sanitario e quello dipendente dalla società gestrice della struttura, i fornitori di materiali e di generi alimentari e medicinali.
I contravventori saranno segnalati alla Procura della Repubblica per la violazione dell'articolo 650 del codice penale. Da qui l'appello al governo del primo cittadino: "Abbiamo chiesto a Roma e a loro che, se non sono in grado di mandare medici e infermieri, si faccia almeno ricorso alla sanità militare. Sembra però che la situazione sia sfuggita di mano, nessuno è in grado di dare risposte. Inoltre il Comune si è attivato per reperire mascherine da distribuire ai cittadini, la fornitura è ferma all’aeroporto di Fiumicino, in attesa di un visto dell’istituto superiore di sanità che tarda ad arrivare. Per questo chiedo a tutti di essere solidali e uniti".