Coronavirus, Oms accusa: “Alcuni Paesi non fanno nulla, servono più test”
"Siamo preoccupati per il fatto che una lunga lista di Paesi non abbiano preso abbastanza sul serio" il nuovo coronavirus che ha già ucciso 3.300 persone nel mondo. È l'allarme lanciato oggi dall’Organizzazione mondiale della sanità nel consueta coerenza stampa al termine del briefing con tutti gli esperti a Ginevra per fare il punto sulla situazione del contagio da Covid-19 a livello mondiale. "Siamo preoccupati che in alcuni Paesi il livello di impegno politico e le azioni che dimostrano tale impegno non corrispondano al livello della minaccia che tutti affrontiamo" ha dichiarato infatti il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, sottolineando: "Una lunga lista di Paesi pare non abbiano preso abbastanza sul serio il problema o abbiano deciso che non possono fare nulla".
"Sebbene alcuni paesi stiano segnalando un gran numero di casi, 115 paesi non hanno segnalato nessun caso e 21 paesi solo un caso" ha spiegato infatti l numero uno dell'Oms. "È una malattia seria, anche se non mortale per tutti può comunque uccidere", ha ricordato ancora Ghebreyesus, per questo "chiediamo a tutti i Paesi di agire con rapidità, ampiezza e determinazione chiara. Anche se continuiamo a vedere la maggior parte dei casi in una manciata di paesi, siamo profondamente preoccupati per il numero crescente di paesi che segnalano casi".
In precedenza anche la responsabile del programma per le emergenze dell'Oms, Maria Van Kerkhove, aveva invitato tutti Paesi ad effettuare maggiori test per controllare eventuali contagi sui propri territori. "Incoraggiamo i paesi che vogliono sapere quanta parte della loro popolazione è stata contagiata con il Covid-19 a iniziare a fare i test sulle persone con sintomi" ha spiegato infatti Van Kerkhove assicurando che invece tutti glie esperti del settore sono ormai la lavoro per identificare al meglio e combattere il nuovo virus. "Siamo a 8 settimane dall'inizio dell'epidemia e abbiamo già identificato il virus, abbiamo la sequenza genetica, la proteina C-reattiva e il test sierologico", ha ricordato la responsabile del programma per le emergenze Oms, sottolineando: "Questa mole di conoscenze non ha precedenti per una nuova malattia".