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Covid 19

Nuova ordinanza anti-contagio: divieto spostamenti da un comune all’altro

Il ministero dell’Interno e quello della Salute hanno varato un’ordinanza per contenere i contagi da coronavirus che “fa divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in Comune diverso da quello in cui si trovano”, salvo che “per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute”.
A cura di Susanna Picone
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“Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19, è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in comune diverso da quello in cui si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute”; è quanto recita una ordinanza varata dal ministero dell’Interno e da quello della Salute per contrastare la pandemia di coronavirus. Le disposizioni della presente ordinanza – si legge – producono effetto dalla data del 22 marzo 2020 e sono efficaci fino all’entrata in vigore di un nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di cui all’articolo 3 del decreto-legge 23 febbraio 2020, n6”. L’obiettivo è quello di impedire alle persone di trasferirsi da Nord al Sud del Paese. Le disposizioni comporteranno che le stazioni saranno presidiate. Il divieto riguarda sia i mezzi pubblici sia quelli privati.

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Coronavirus, le nuove restrizioni annunciate da Conte

La nuova ordinanza di contrasto al coronavirus arriva poche ore dopo l’annuncio, da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, di nuove misure destinate a chiudere, in tutta Italia, ogni attività produttiva non strettamente necessaria. Nella tarda serata di sabato 21 marzo Conte ha annunciato in diretta Facebook una nuova chiusura di tutte le attività produttive non considerate essenziali. Già venerdì l'esecutivo aveva introdotto nuovi provvedimenti restrittivi per limitare gli spostamenti delle persone. Ma le Regioni più colpite dal virus, tra cui Lombardia, Veneto e Piemonte, continuavano a chiedere il lockdown totale per fermare il contagio ed evitare il tracollo del sistema sanitario, prendendo anche singole iniziative territoriali per rispondere all'emergenza.

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