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Nessun collegamento tra il focolaio del Coronavirus lombardo e quello veneto: “Sono autonomi”

“Non esiste nessun collegamento tra il focolaio lombardo e quello veneto”, lo ha spiegato l’assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera. Il contagio veneto “è autonomo” mentre tutte le situazioni di positività lombarde “hanno avuto contatti con il pronto soccorso e l’ospedale di Codogno”. Il primo caso trovato in Piemonte sarebbe invece legato al ‘paziente uno’, con cui avrebbe partecipato a una gara podistica.
A cura di Simone Gorla
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Non c'è nessun legame confermato tra il focolaio di Coronavirus di Codogno, nel Lodigiano, che ha coinvolto finora 39 persone, e quello di Vo' Euganeo, nel Padovano, che si è allargato a 12 casi accertati.  "Non esiste nessun collegamento tra il focolaio lombardo e quello veneto", ha spiegato l'assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera. Il contagio veneto "è autonomo" mentre tutte le situazioni di positività lombarde "hanno avuto contatti con il pronto soccorso e l'ospedale di Codogno", ha detto l'assessore in conferenza stampa. "Abbiamo investigato i contatti dei primi sei casi, ricostruito le relazioni tra loro. Gli altri positivi sono operatori sanitari, pazienti, parenti e colleghi dei primi casi". Il primo caso trovato in Piemonte sarebbe invece legato al ‘paziente uno', con cui avrebbe partecipato a una gara podistica,

Aumentano i casi in Lombardia e Piemonte

Dopo l'allarme per il caso del 38enne di Codogno, considerato il ‘paziente uno' (ora trasferito a Pavia) che ha dato il via al contagio, le autorità hanno effettuato e controllato 259 tamponi presi a contatti stretti, parenti, colleghi e operatori sanitari. Ai 16 pazienti positivi di ieri se ne sono aggiunti molti altri. Nell'area di Codogno risultano 35 persone positive, a cui questi si aggiungono altri quattro casi, due nel Pavese e due in provincia di Cremona. Due persone hanno perso la vita. Giovanna Carminati, 77 anni, di Casalpusterlengo e Adriano Trevisan, pensionato di Vo' Euganeo.

La virologa Ilaria Capua: Serve un'assunzione di responsabilità collettiva

Dopo l'esplosione dei focolai in Lombardia e Veneto la virologa Ilaria Capua ha spiegato a Fanpage.it perché il panico in questo momento possa solo peggiorare la situazione. Non è sorprendente che il contagio sia arrivato in Italia. "Non si capisce per quale motivo pensassimo che l’Italia potesse immaginare di essere risparmiata. Perché i virus non aspettano. E l’efficacia delle misure di quarantena è legato all’immediatezza della risposta", ha scritto.  L’unica cura "è un’enorme assunzione di responsabilità collettiva". Tutti d'ora in poi devono stare attenti e rispettare le regole.

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