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Covid 19

Nella Bergamasca 600 morti per Coronavirus nelle case di riposo in 20 giorni

La lettera alla Regione dei rappresentanti delle Rsa: “Resistiamo al vostro fianco in queste settimane di quotidiana sofferenza nostra, dei nostri Ospiti e dei loro familiari. Abbiamo bisogno da voi di alcune certezze per evitare il collasso di molte Rsa e CDI da sempre impegnate nella tutela e nei bisogni dei più anziani, dei più fragili e di chi resiste al proprio domicilio grazie alla nostra assistenza”.
A cura di Enrico Tata
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Casa di riposo - foto di repertorio
Casa di riposo – foto di repertorio
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Oltre 600 morti in 20 giorni. È la drammatica situazione che stanno vivendo le Rsa della provincia di Bergamo. Significa che sta morendo in media quasi il 10 per cento dei pazienti, dato che gli anziani ospiti in queste strutture sono circa 6.400. Per questo i responsabili delle Rsa hanno scritto una lettera alla Regione Lombardia e all'Ats per chiedere aiuto: "Mentre scriviamo la situazione continua ad evolvere in peggio. Siamo in ginocchio anche sul versante operativo perché quasi duemila dei cinquemila operatori risultano assenti per malattia, quarantena o isolamento", si legge nella lettera che l'agenzia Ansa ha riportato. Le Rsa sono strutture che ospitano persone non autosufficienti per un periodo di tempo. Non sono case di cura, perché esse sono rivolte a persone con patologie acute, e non sono propriamente vere e proprie case di riposo, destinate ad anziani almeno parzialmente autosufficienti.

"Abbiamo bisogno di certezze per evitare il collasso"

"Resistiamo al Vostro fianco in queste settimane di quotidiana sofferenza nostra, dei nostri Ospiti e dei loro familiari. Abbiamo bisogno da Voi di alcune certezze per evitare il collasso di molte Rsa e CDI da sempre impegnate nella tutela e nei bisogni dei più anziani, dei più fragili e di chi resiste al proprio domicilio grazie alla nostra assistenza", hannoscritto i rappresentanti di Uneba Bergam Fabrizio Ondei, dell'associazione Case di Riposo Cesare Maffei, e dell'associazione San Giuseppe Barbara Manzoni. Servono guanti, mascherine, occhiali, camici e divise, secondo i rappresentanti delle Rsa. E serve il rientro del personale in malattia, assicurando tamponi a distanza di 24 ore per gli operatori in via di guarigione. "Stiamo combattendo questa battaglia al Vostro fianco nell'interesse dell'intera collettività ma è fondamentale per noi un vostro impegno formale che ci assicuri la prosecuzione delle attività", si legge ancora sulla lettera, che risale al 25 marzo.

Il bollettino di oggi a Bergamo

Nel consueto bollettino di oggi, l'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, ha detto che la crescita dei contagi a Brescia e Bergamo, province più colpite, non è più esponenziale. "Nella provincia bergamasca si contano ad oggi 8349 contagiati, con un incremento di 289, e nel solo capoluogo sono 1035 con un aumento di 41, dove ieri erano 62″, i dati di oggi, 28 marzo.

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