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Covid 19

Medico del pronto soccorso di Cremona: “Situazione Coronavirus come dopo un attentato, sanità rischia collasso”

“Qui il problema è che la Sanità, in tutta Italia, resta di andare al collasso”. Questo l’allarme che un medico del pronto soccorso dell’ospedale di Cremona, struttura in prima linea nel fronteggiare l’emergenza da Coronavirus, ha lanciato in forma anonima a Fanpage.it. “Il problema è che io ho 400 posti e 4000 arrivi – prosegue il medico -: dove li metto?”.
A cura di Redazione
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"Il problema è che io ho 400 posti e 4000 arrivi. Dove li metto? Qui il problema è che la Sanità, in tutta Italia, resta di andare al collasso". Sono le parole pronunciate da un medico del pronto soccorso di Cremona, una delle strutture in prima linea nel fronteggiare l'emergenza Coronavirus che sta mettendo in ginocchio la Lombardia in particolare e si sta estendendo anche al resto d'Italia. Il medico, intervistato in maniera anonima da Fanpage.it, sottolinea quello che diversi esperti stanno dicendo ormai da giorni: il Coronavirus rischia di mettere a dura prova la tenuta del Sistema sanitario nazionale, soprattutto per quel che riguarda i posti nei reparti di terapia intensiva dei diversi ospedali.

Il medico: dimetto un paziente e ne arrivano nove, la questione è di numeri

"Ne dimetto una e ne arrivano nove: capisce che la cosa inizia a diventare seria – spiega il medico -. La questione è di numeri, non di virus pericoloso: questo virus normalmente non dà la polmonite, dà sintomi come l'influenza, febbre, tosse. Il problema è che in una piccola parte dei casi (10 per cento, ndr) la localizzazione può essere polmonare. Se è polmonare, ti dà una polmonite, ma la polmonite ce ne sono vari tipi. La polmonite virale è una polmonite che colpisce l'interstizio del polmone, quella è la caratteristica, per cui l'unica terapia è l'ossigeno, li devi intubare e mettere ad alto flusso e aspettare che faccia il suo decorso. Se becca uno che c'ha altre 300 patologie o è uno con problemi, lo ammazza".

In provincia di Cremona 406 casi. Un'infermiera: Siamo esasperati

Finora sono 2.251 le persone contagiate dal Covid-19 in tutta la Lombardia: 1169 sono ricoverati negli ospedali e 244 in terapia intensiva. Le persone guarite sono 376, mentre le vittime purtroppo sono arrivate alla cifra di 98. In provincia di Cremona i casi registrati finora sono 406: il territorio è il terzo per maggior numero di casi dietro il Lodigiano, dove si è sviluppato il primo focolaio italiano di Coronavirus, e la Bergamasca, dove potrebbe presto essere istituita una nuova "zona rossa" (con isolamento totale per i cittadini) ad Alzano Lombardo e Nembro. L'ospedale di Cremona sta sopportando dall'inizio dell'emergenza una pressione altissima per via anche della sua vicinanza con la zona di Lodi: "Speriamo che finisca in fretta perché siamo esasperati – dice un'infermiera del presidio, intercettata dalle telecamere di Fanpage.it – Purtroppo dai piani alti è stata gestita male agli esordi. Adesso il vero problema sono i reparti di degenza, dove ci sono le infermiere che si fanno i turni massacranti. Sono tutti pazienti critici che precipitano nel giro di pochissimo. Non è solo la gestione a livello pratico, è tutto quello che concerne l'aggravarsi di una crisi respiratoria".

Il medico: La sanità in tutta Italia rischia di andare al collasso

Dal personale dell'ospedale arriva anche qualche critica ai cittadini che, con i loro comportamenti non stanno aiutando a contenere l'epidemia: "Il problema è che c'è un virus in giro e nessuno vuole capire che deve mettere ste c… di mascherine – dice un infermiere -. La prima medicina è quella di evitare il contagio, e il contagio si può evitare in molti modi". A rincarare la dose una collega: "Non tutti stanno in casa, eh? È la prima cura quella". L'emergenza Coronavirus sta mettendo in risalto tutte le criticità di un Ssn sottoposto per anni a tagli: "In Cina in 10 giorni hanno costruito una struttura perché hanno avuto la possibilità di mettere denaro. Noi non ce l'abbiamo – dice il medico del pronto soccorso -. La Regione ha comprato dei ventilatori, ma i fornitori non ce li hanno, devono arrivare. Quindi il problema è quanti casi arrivano? Riusciamo a tenerli? È questa la sfida. Qui il problema – conclude il dottore – è che la Sanità, in tutta Italia, resta di andare al collasso. Ma non esiste solo il Coronavirus, esiste tutto quello che c'è sempre stato. Lei immagini che questo è come se fosse un attacco terroristico".

(Ha collaborato Valeria Deste)

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