L’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo testa un farmaco sui pazienti Covid più gravi
All'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, una delle strutture in prima linea nella battaglia contro l'epidemia di Coronavirus, è partita la sperimentazione di un farmaco che potrebbe aiutare a trattare e curare i pazienti con le più gravi complicanze a livello respiratorio a causa del Covid-19. Lo ha annunciato la stessa struttura ospedaliera nella mattinata di ieri, spiegando che i primi risultati della sperimentazione sono attesi per la fine del mese di marzo.
Il farmaco interviene su una proteina presente a livelli elevati in caso di infiammazioni
Il farmaco che si sta sperimentando è già approvato per altre indicazioni terapeutiche ed è prodotto dall'azienda Eusa Pharma, una società biofarmaceutica specializzata in oncologia e malattie rare. Si tratta di un anticorpo monoclonale, il siltuximab, che interviene su una proteina umana, l'interleuchina umana (IL)-6, che viene rilevata a livelli elevati quando si verificano molteplici condizioni infiammatorie. Il siltuximab è già autorizzato sia negli Stati Uniti sia nell'Unione europea per il trattamento di una malattia rara, la sindrome di Castleman multicentrica idiopatica (iMcd), un raro disordine linfoproliferativo. Adesso il farmaco sarà utilizzato su quei pazienti affetti da Covid-19 ricoverati nell'ospedale bergamasco e che presentano gravi complicanze a livello respiratorio. La speranza di tutti è che l'anticorpo possa sortire effetti incoraggianti: il Papa Giovanni XXIII ha nel frattempo ringraziato l'azienda farmaceutica per aver fornito il farmaco e "per l'opportunità che ci sta dando di offrire ai nostri pazienti le cure più innovative e di generare dati importanti per guidare le future decisioni di trattamento e ricerca".
L'ospedale di Bergamo è allo stremo
La struttura bergamasca è da giorni allo stremo: ieri il direttore del Dipartimento di Medicina dell’ospedale, Stefano Fagiuoli, aveva lanciato un appello chiedendo aiuto attraverso un messaggio pubblicato in inglese sui canali social della struttura ospedaliera: "Abbiamo disperato bisogno di infermieri e medici, oltre che di apparecchi di ventilazione e dispositivi di protezione individuale".