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Covid 19

Coronavirus, lo sfogo di un’infermiera: “Gli eroi sono i pazienti e i parenti che soffrono”

“Eroi non siamo noi, ma i pazienti che ti ringraziano per avergli lavato la schiena, per una coperta, senza lamentarsi”. Questo lo sfogo di un’infermiera che cura i malati di Coronavirus all’ospedale Maggiore di Crema. “Eroi sono i parenti che in silenzio soffrono perché non vedono più i loro cari”, ha aggiunto l’infermiera, che ha chiesto aiuto perché “da soli la guerra non si vince”.
A cura di Francesco Loiacono
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(Immagine di repertorio)
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Gli infermieri, come i medici, sono in prima linea nella battaglia contro il Coronavirus. In queste settimane di emergenza sono state tante le foto simbolo che hanno immortalato questi eroi che ogni giorno, in condizioni difficilissime e spesso non adeguatamente protetti – i tanti contagi e anche purtroppo qualche decesso tra medici e operatori sanitari ne sono la testimonianza – cercano di curare i pazienti affetti da Covid-19. Sono stati tanti gli appelli e le testimonianze arrivate in questi giorni dal personale sanitario, utili per descrivere il loro straordinario impegno e le dimensioni di questa emergenza. Dall'ospedale di Crema, uno dei territori più colpiti dall'epidemia, ne è arrivato uno che in un certo senso ricorda anche l'altro aspetto dell'emergenza, mettendo in primo piano il dramma vissuto dai malati affetti da Coronavirus e dai loro parenti.

Eroi sono i parenti che soffrono perché non vedono più i loro cari

"Eroi non siamo noi, ma i pazienti che ti ringraziano per avergli lavato la schiena, per una coperta, senza lamentarsi", ha detto all'agenzia di stampa Ansa un'infermiera in servizio presso l'ospedale Maggiore di Crema. L'operatrice sanitaria ha deciso di sfogarsi in maniera anonima per sottolineare un aspetto che rischia di perdersi dietro i numeri diffusi ogni giorno a proposito dell'epidemia, con la conta dei contagi e dei decessi: il dramma umano che si cela dietro ogni paziente. Spesso le persone risultate affette da Covid-19 vengono strappate ai loro affetti, che non hanno più modo di vederli o sapere le loro condizioni, a volte fino al decesso. L'infermiera ricorda questo dramma nel dramma: "Eroi sono i parenti che in silenzio soffrono perché non vedono più i loro cari, o i nostri figli che quando torniamo a casa sfiniti, nonostante l'autoisolamento, vogliono abbracciarci e prepararci qualcosa di caldo". Lo sfogo si conclude con la richiesta di "avere più aiuti" per i pazienti, dai presìdi protettivi alle aste per le flebo: "Ci vorrebbe un ospedale da campo", come quelli che si stanno allestendo a Cremona (grazie a una Ong statunitense) e a Bergamo (grazie all'Ana, Associazione nazionale alpini). Perché è una guerra, e "da soli la guerra non si vince".

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