Coronavirus, l’infettivologo Galli (Sacco): “Poche speranze che l’epidemia passi in tempi brevi”
Sono decisamente remote le possibilità che l’Italia possa mettersi alle spalle in tempi brevi l’emergenza scatenata dall’epidemia di Coronavrus Covid-19. Lo ha ricordato Massimo Galli, infettivologo dell'Università di Milano e primario dell'ospedale Sacco, il centro lombardo indicato come punto di riferimento in regione per il contagio da coronavirus. Sulla base delle analisi epidemiologiche finora condotte in Cina, in particolare nella città epicentro dell'epidemia, Wuhan, per Galli l’Italia dovrà fare i conti con il nuovo coronavirus ancora a lungo. "I modelli matematici fatti su Wuhan e applicati alla situazione in Italia non ci danno speranza di chiudere la storia in tempi brevi", ha rilevato Galli.
"Rispetto a Wuhan forse in Italia le misure restrittive sono state poste in atto in modo più tempestivo, anche se siamo stati addirittura criticati per le misure adottate prima sui voli in arrivo dalla Cina e poi per il contenimento nelle zone colpite" ha proseguito Galli, ricordano che sicuramente “ci troviamo di fronte a una situazione che non ha precedenti in questa dimensione e con queste caratteristiche". “Eravamo noi, assieme allo Spallanzani di Roma, che avremmo dovuto fronteggiare questo genere di cose. Solo che questa è un'epidemia che ha una scala maggiore di tutto quello che si poteva pensare, prevedere e prevenire" ha tenuto a sottolineare ancora l’infettivologo, spiegando: “Alcuni ospedali lombardi sono sotto uno stress ancora più pesante di quello che può avere l'ospedale Sacco, che si addestra da anni a fronteggiare certe emergenze”.
“È evidente che abbiamo una condizione di epidemia che interessa soprattutto una parte del Paese, sulla questione dei casi dobbiamo essere chiari. Credo che soprattutto in Lombardia serva poter avere più personale addestrato e credo anche che si debba arrivare ad avere delle strutture che possano ospitare persone con una infezione lieve, che non va avanti come progressione di malattia, ma che non possono con sicurezza essere messe in quarantena a casa loro" ha concluso Galli.