Coronavirus, la virologa Gismondo: “Le paure verso i lombardi sono ingiustificate”
"La situazione è sotto controllo". Non ha timore di ribadirlo Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio di Microbiologia clinica e Virologia diagnostica dell'ospedale Sacco di Milano. Dopo lo scontro con l'altro esperto Roberto Burioni, che l'aveva contraddetta su dichiarazioni che volevano "il Coronavirus poco più di un'influenza", la professoressa Gismondo non ha cambiato idea, avendo a che fare con il virus ogni giorno da circa un paio di settimane.
La Gismondo: Le paure verso i lombardi sono ingiustificate
In un'intervista a "Repubblica", la dottoressa sostiene che fossero attesi i nuovi ricoveri annunciati ieri – martedì 3 marzo – dalla Regione Lombardia, cercando però di mettere un focus sulla percentuale dei pazienti in ospedale rispetto al numero dei contagiati: "C'è la criticità dei pazienti che impegnano le terapie intensive. Ma non dobbiamo dimenticare che si tratta di un numero davvero molto basso rispetto alle persone positive al Coronavirus". Tutti i casi sinora noti si riconducono al focolaio del Lodigiano. Proprio qui, dove c'è quella che viene considerata la "zona rossa", sono state prese contromisure importanti dalla Regione, senza le quali "le paure verso i lombardi sarebbero giustificate, ma che ora non hanno motivo di esistere". La soluzione immediata, comunque, ci sarebbe, ma come spiegato dalla Gismondo non è possibile attuarla: "Limitare gli spostamenti? Se stessimo tutti a casa con una stanza e un bagno propri, ne usciremmo nel giro di due settimane. Ma il mondo non si può fermare e comunque il virus potrebbe arrivare da ovunque".
La dottoressa: Dopo il panico creato, più si cerca di rasserenare, più la gente si preoccupa
Con ciò, Maria Rita Gismondo tiene a sottolineare un particolare importante. Perché se da un lato negli ultimi anni una frangia della politica mondiale ha operato per alzare muri, dall'altro "la natura ci ha dimostrato che i confini non esistono". Ma chi ha ragione e chi torto? Fa bene chi vive nell'angoscia o chi minimizza la situazione? Il problema è alla base, secondo la Gismondo: "Una volta che si è creato il panico, più si cerca di rasserenare gli animi, più la gente si preoccupa". Insomma, è giusto avere paura ma anche saperla dosare. La stessa Gismondo, comunque, è portavoce di messaggi positivi, stando ai numeri che ha nel suo laboratorio e si leggono in giro per il mondo: la mortalità è molto bassa. Nonostante questo, si sta indagando su un passato meno recente, considerato che il Coronavirus potrebbe essere giro da molto più tempo: "Sappiamo che a gennaio, in corrispondenza con il picco influenzale, c'è stato un alto numero di polmoniti atipiche – spiega la Gismondo -. Forse sono casi di Coronavirus passati inosservati". Per questo si sta ragionando ad un'indagine sierologica, per cercare di stabilire chi possa aver già contratto il virus senza accorgersene ed esserne guarito. I risultati sarebbero immediati con la presenza o meno di anticorpi del Coronavirus.