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Coronavirus, la denuncia dei pediatri: “Caos certificati per giustificare le assenze a scuola”

Nel pieno dell’emergenza Coronavirus in Italia, il presidente della Federazione italiana medici pediatri, Paolo Biasci, ha denunciato le difficoltà di gestire i certificati per giustificare le assenze a scuola: “Così è il caos, le Regioni interpretano a modo loro le disposizioni in materia del decreto sul Covid-19. Chiediamo al Miur di fare chiarezza”.
A cura di Ida Artiaco
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"I nostri studi sono affollati anche di genitori e bambini sani, per la richiesta di adempimenti burocratici che non garantiscono alcuna protezione. Da una parte diciamo che i bambini devono frequentare il meno possibile ambulatori e pronto soccorso e dall'altra li facciamo venire per un adempimento inutile". Comincia così la denuncia del presidente della Federazione italiana medici pediatri, Paolo Biasci, alle prese con la psicosi da Coronavirus dei genitori dei giovani pazienti, evidenziando soprattutto la difficoltà di gestire i certificati per giustificare le assenze a scuola e puntando il dito contro le Regioni che "interpretano a modo loro l'articolo dedicato ai certificati medici per la riammissione a scuola, contenuto nell'ultimo decreto sul Covid-19".

"Così è il caos – ha sottolineato Biasci -, si mettono in difficoltà le famiglie costrette dalle scuole a chiedere ai pediatri di cure primarie di attestare l'assenza di malattia. In un momento critico come questo, dobbiamo in tutte le Regioni rispondere in maniera univoca alle esigenze di salute pubblica e per farlo abbiamo bisogno di muoverci in maniera coordinata". Da qui l'appello alle istituzioni: "Chiediamo pertanto che il ministero dell'Istruzione, d'intesa col ministero della Salute, spieghi con chiarezza in una circolare che fino al 15 marzo la riammissione a scuola potrà avvenire senza certificato medico in tutte le Regioni in cui non è stata sospesa l'attività scolastica, fatte salve le assenze superiori a 5 giorni per malattie infettive soggette a denuncia". Anche perché, ha concluso il presidente, "in molte Regioni la certificazione di riammissione in classe è stata abolita da anni proprio perché ritenuta inutile anche alla prova delle valutazioni scientifiche. Il triage telefonico e i consigli che abbiamo dato alle famiglie hanno sinora funzionato bene. Non dobbiamo tornare indietro, rischiando peraltro di allargare il contagio, solo perché una prescrizione transitoria non è stata correttamente recepita dalle scuole. La rete delle cure primarie sta reggendo a un'incredibile pressione. Non possiamo permetterci di aggiungerne di inutili e dannose".

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