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Covid 19

La denuncia all’ospedale Amedeo di Savoia di Torino: “Ci hanno rubato le mascherine anti Coronavirus”

I medici dell’ospedale Amedeo di Savoia di Torino hanno fatto sapere che le scorte di mascherine chirurgiche per proteggersi dal Covid-19 sono in esaurimento : “Ne restano una trentina, basteranno per tre giorni. E Poi? Questo è un problema grave, mondiale ed europeo. Stiamo cercando di reperirle nelle Asl”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Un video reportage pubblicato da ‘La Stampa' mostra la situazione all'interno del reparto di medicina 1 dell'ospedale Amedeo di Savoia di Torino. Nella struttura sono presenti sei pazienti affetti da coronavirus, e i posti che sono stati approntati sono 20 in tutto. Nel reparto sono stati anche fatti dei lavori per ingrandire la parte destinata all'isolamento dei pazienti colpiti dall'infezione.

Da giorni i medici continuano a lavorare senza sosta. Il primario Guido Calleri per esempio lavora da 17 giorni ininterrottamente. Qui, come continua a succedere in molti ospedali italiani da Nord a Sud, sono state rubate le mascherine chirurgiche, e le scorte a disposizione del personale sanitario stanno per finire: "Ne restano una trentina, basteranno per tre giorni. E Poi? – si chiede l'infettivologa Monica Chiriotto – Questo è un problema grave, mondiale ed europeo. Stiamo cercando di reperirle nelle Asl", racconta. E lo stesso è accaduto nell'ospedale Asti.

Al'Amedeo di Savoia sono stati i primi a Torino a dover affrontare l'epidemia da Covid-19. "Stiamo partendo adesso, fino ad ora ci siamo preparati all'emergenza", ha spiegato il primario. "Prevediamo un aumento di casi, per noi comunque non cambia nulla se ne abbiamo 6 o 12".

"I problemi principali saranno la maggiore pressione sulla Rianimazione e sul Pronto Soccorso. Perché se dobbiamo valutare tutti quelli che si presentano con un raffreddore o un'influenza, diventa un problema isolarli e fargli il tampone". Le infettivologhe intervistate spiegano comunque che la situazione è sotto controllo, e invitano i cittadini a non drammatizzare: "Bisogna stare tranquilli. È importante lavarsi le mani, ma non serve essere terrorizzati dai propri simili". I medici raccontano però che alcuni loro pazienti o conoscenti hanno paura a entrare in contatto con loro, sapendoli così esposti a un possibile contagio.

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