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Coronavirus, Ilaria Capua: “L’Italia non diffonde il virus: l’epidemia arriva da tre vie cinesi”

La virologa Ilaria Capua ha affermato che “va sfatato il mito che l’Italia abbia diffuso il Coronavirus”. Per la direttrice del centro “One Health” dell’università della Florida, il nuovo virus “ha seguito tre vie per diffondersi nel resto del mondo: una diretta in Europa, una verso gli Stati Uniti e la terza verso Sud, verso Corea e Australia”.
A cura di Ida Artiaco
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"Non è vero che l'Italia diffonde il Coronavirus". La virologa Ilaria Capua interviene per fare chiarezza sull'origine dell'epidemia che, dopo i primi casi in Cina e nello specifico nella città di Wuhan, si sta diffondendo in tutto il mondo. A chi pensa che il focolaio dei contagi sia in Italia, come la Cnn, che nelle scorse ora ha mandato in onda una eloquente mappa delle infezioni a livello globale partendo proprio dal nostro Paese, Capua ha risposto che il Coronavirus "ha seguito tre vie per diffondersi nel resto del mondo: una diretta in Europa, una verso gli Stati Uniti e la terza verso Sud, verso Corea e Australia". Parlando all'Ansa, l'esperta, direttrice del centro "One Health" dell'università della Florida, sulla base delle oltre 150 sequenze genetiche dei Coronavirus finora pubblicate, ha aggiunto che assolutamente "va sfatato il mito che l'Italia abbia diffuso il virus".

La virologa, già nei giorni scorsi, aveva espresso la propria preoccupazione "per come l'Italia sta apparendo e sta apparendo come un Paese confuso. E questo non va bene", aggiungendo che "questo virus continuerà a circolare nella popolazione camuffandosi da influenza o virus respitarorio. La stragrande maggioranza delle persone non se ne accorgerà, alcuni ne risentiranno, e per pochi altri avremo forme gravi. Sono però cautamente ottimista che questo sia lo scenario più probabile. Non credo però che ci saranno cluster importanti di mortalità. Questo è un momento di responsabilità collettiva, quello del Coronavirus non è un problema su cui scherzare: ci sono aziende e famiglie in difficoltà, occorre fare squadra e fare sistema, il ‘sistema Italia'".

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