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Coronavirus, Ilaria Capua: “Senza immunità di gregge dovremo avere pazienza”

La virogola Ilaria Capua, intervenendo in tv, ha commentato gli ultimi dati dell’emergenza Coronavirus in Italia. “Vorrei ricordare a tutti che noi adesso stiamo vedendo l’effetto delle misure di restrizione messe in atto 15 giorni fa. Fino a quando non ci sarà una immunità di gregge che permetta a questa circolazione virale di essere ridotta, noi dovremo ancora avere un po’ di pazienza”.
A cura di Ida Artiaco
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I dati degli ultimi giorni sull'emergenza Coronavirus in Italia spingono ad un cauto ottimismo ma bisogna ancora studiare il nuovo virus e come può reagire all'immunità di gregge. La virologa Ilaria Capua è intervenuta questa sera alla trasmissione di La7 DiMartedì, in collegamento dalla Florida, per spiegare cosa sta succedendo in Italia e nel mondo rispetto all'infezione da Covid-19. "Il bollettino di oggi della Protezione civile è buono – ha detto -. Vorrei ricordare a tutti che noi adesso stiamo vedendo l'effetto delle misure di restrizione, il distanziamento e i provvedimenti igienici, che sono state messe in atto tra 10 e 15 giorni fa. Ne stiamo vedendo i benefici. La curva dei contagi si sta stabilizzando e credo che si possa essere cautamente ottimisti".

Secondo Capua, "il virus continua comunque a circolare perché ci sono molti casi asintomatici e fino a quando non ci sarà una immunità di gregge che permetta a questa circolazione virale di essere ridotta, noi dovremo ancora avere un po' di pazienza". Anche se "non sappiamo come il virus stesso si comporta dal punto di vista dell'immunità gregge, perché non abbiamo percezione quanto sia diffusa. Ci vuole la bacchetta magica per saperlo. Il virus non mi sembra più aggressivo, ma in Lombardia c'è una situazione particolare che va compresa, a Madrid c'è una situazione grave, come a New York. Ad oggi non abbiamo elementi per dire che il virus sia mutato". Sulla letalità dell'infezione ha sottolineato che "è difficile parlare di numeri, sembra quasi essere pochi rispettosi nei confronti della sofferenza che questa malattia porta. Se si considera che una larga parte delle persone è asintomatica, il dato va ridimensionato. Il numero di persone infette è molto più alto delle vittime, ma questo non toglie nulla alla tragedia che stiamo vivendo".

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