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Emergenza Covid-19, il sindaco di Palermo: “Subito risorse, altrimenti disagio si trasforma in violenza”

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, avverte: “Bisogna fare in fretta, più che in fretta. Se gli aiuti del governo nazionale e regionale arrivano tra quindici giorni, e altri quindici servono per distribuirli, rischiamo grosso. Il disagio si trasformerebbe in violenza”.
A cura di Enrico Tata
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Leoluca Orlando, sindaco di Palermo
Leoluca Orlando, sindaco di Palermo
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Secondo il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, gli aiuti economici da parte del governo devono arrivare in fretta, altrimenti "il disagio si trasformerebbe in violenza". In un'intervista rilasciata a La Stampa ha dichiarato: "Bisogna fare in fretta, più che in fretta. Se gli aiuti del governo nazionale e regionale arrivano tra quindici giorni, e altri quindici servono per distribuirli, rischiamo grosso. L'annuncio sarebbe un boomerang".

Quando arriveranno i soldi stanziati dal governo per i comuni per l'emergenza coronavirus, "saremo in condizione di partire subito con la distribuzione degli aiuti alimentari. I quattro miliardi e trecento milioni non sono risorse aggiuntive, sono i soldi che spettano ai Comuni per il 2020, già inseriti nei bilanci". Questi fondi, spiega Orlando, di solito vengono concessi in estate o a ottobre, ma in questo caso vengono erogati in anticipo e "sono una misura-tampone che potrà servire per quindici giorni. Ma l'intervento strutturale arriverà con il decreto già annunciato, il Cura Città, che darà nuovo ossigeno e consentirà ai Comuni di sbloccare le loro risorse che erano immobilizzate per il Patto di stabilità, patto che adesso e' saltato. Si tratta di centinaia di milioni".

Orlando: "Senza reddito di cittadinanza avremmo avuto rivolte di piazza"

Il sindaco avverte che "il disagio sociale che sta scoppiando al Sud, esploderà anche al Nord. Qui non stiamo dando soldi a nessuno, stiamo dando da mangiare. Pacchi della spesa. Pasta, pane, latte, zucchero. Ai vecchi poveri e ai nuovi poveri. Titolari di bed and breakfast, collaboratori di agenzie di viaggio, istruttori delle palestre oggi chiuse. Tutto il mondo dei lavori atipici, che non può accedere agli ammortizzatori sociali dei dipendenti, e che non ha partita Iva. Questo non è assistenzialismo, è welfare". Se non ci fosse stato il reddito di cittadinanza, ha sottolineato ancora Orlando, "avremmo avuto le rivolte di piazza. Io penso che debba essere un provvedimento a tempo finalizzato al reinserimento nel lavoro".

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