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Covid 19

Coronavirus, i dati spiegati del 18 marzo: perché ci sono così tanti morti rispetto ai contagi

”La buona notizia di oggi è che non siamo più in crescita esponenziale. La cattiva notizia è che i decessi sono comunque molto alti”. Giovanni Bocchi, data scientist, ci spiega cosa tutto quel che la Protezione Civile non dice dei dati che diffonde. A partire dal loro andamento. “Italia anomalia? No, gli altri Paesi europei ci raggiungeranno presto”.
Intervista al Dott. Giovanni Bocchi
Data scientist, titolare e founder di Kiwi Data Science
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“La buona notizia di oggi è che siamo ancora in territorio di crescita logistica, non più esponenziale. La cattiva notizia è che i dati stanno sulla forchetta alta del modello logistico, o su quella bassa del modello esponenziale ”. Giovanni Bocchi ha 33 anni e un dottorato di ricerca in fisica nucleare. È uno dei titolari dell'azienda Kiwi Data Science, azienda che si occupa di consulenza statistica, intelligenza artificiale e Big Data prevalentemente in ambito manifatturiero e farmaceutico. Bocchi in particolare gestisce la divisione di statistica e intelligenza artificiale e ha costruito un modello matematico per rappresentare e commentare sulle sue pagine LinkedIn e Facebook i dati del bollettino della Protezione Civile relativo ai contagi, ai decessi e alle guarigioni da Covid-19: “I dati di oggi sono in linea con l'andamento logistico degli ultimi giorni – spiega Bocchi a Fanpage.it – Tutte le previsioni del modello aggiornato a ieri sono state rispettate, tranne i decessi che risultano superiori rispetto alle attese.

Come te lo spieghi quest’ultimo dato?

Come dicevamo ieri, stiamo uscendo dalla zona esponenziale, quindi qualche oscillazione statistica ci potrebbe essere. il valore di oggi dei decessi è in linea con il limite inferiore della previsione del modello esponenziale.

La seconda?

Per me è la più plausibile: la presenza di diversi focolai nati in momenti diversi nel territorio italiano italiano suggeriscono che un modello generico per tutta la Penisola potrebbe non essere più valido. Forse sarebbe necessario analizzare regione per regione

È l'Italia un anomalia nel mondo? O è la Lombardia un anomalia in Italia? Statisticamente parlando, intendo…

Oggigiorno non possiamo dire che l’Italia sia un’anomalia rispetto al resto del mondo. Al contrario i dati che ci arrivano dagli altri Paesi fanno pensare che la dinamica dell’epidemia sia molto simile.

Per quanto riguarda la Lombardia, invece?

Per quanto riguarda la Regione Lombardia, lo è se facciamo riferimento al tasso di mortalità calcolato nei giorni scorsi pari a 8.2%, una percentuale così alta ha subito allarmato tutti, scienziati e non). Tuttavia i numeri vanno utilizzati con cautela per non rischiare di correre a conclusioni sbagliate. Gli esperti sembrano d’accordo nel parlare di una mortalità che va dall’1 al 3%. Se questo fosse vero il numero di contagi potrebbe essere circa 10 volte maggiore.

I numeri però ci dicono che i contagi stanno rallentando. Ma i dati del rallentamento dei contagi sembrano essere direttamente proporzionali al dato sul rallentamento dei tamponi. Vuol dire che se facessimo tamponi come prima finiremmo per avere ancora molti più contagi?

Confrontando il numero di contagi giornalieri con il numero di tamponi eseguiti non sembra esserci una relazione di proporzionalità diretta. Osserviamo infatti che negli ultimi 6 giorni il numero di nuovi contagiati è rimasto stabile mentre il numero di tamponi varia aumentando e poi diminuendo. Ad ogni modo va sottolineato che correlazione non implica causalità: se due variabili sono correlate non necessariamente una causa il cambiamento dell’altra. Potrebbero avere una causa comune o addirittura una correlazione casuale.

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Osservando il resto del mondo, quel che impressiona è il dato sui morti in Italia. Cosa ci puoi dire sull'andamento di questa variabile?

Considerando che ci sono ancora molti punti aperti sui quali gli specialisti del settore stanno investigando, è complicato intuire e dare una spiegazione all’andamento che vediamo. Quello che però sappiamo è che la probabilità di decesso è strettamente legata alle condizioni pregresse dei pazienti e all’età; quindi se un paese ha più persone malate o anziane i casi di decesso saranno di più. Alla luce dei numerosi pazienti fantasma (studi parlano di 50-70%) i precedenti calcoli riguardo alla mortalità perdono di significato e andranno rivisti.

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Quali altri paesi stanno avendo una traiettoria di contagi e decessi simili a quella italiana? Quali sono analogie e differenze con altri Paesi europei?

L’Italia, dopo la Cina, è stata tra i primi Paesi ad essere colpita dal virus. Ora, giorno dopo giorno, vediamo sempre più stati aggiungersi a questa lista, ad esempio Spagna, Germania, Francia, USA. Guardando l’andamento dei contagi possiamo osservare come in fondo “siamo tutti sulla stessa barca”. Diversi paesi hanno preso provvedimenti solo pochi giorni fa e di conseguenza penso sia prematuro cercare dei confronti statistici. Ricordiamoci che stiamo pur sempre parlando di persone e le dinamiche sociali hanno un grosso impatto. Curiosi, ma da parte mia senza spiegazione, sono invece i dati del Giappone.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Francesco Cancellato è direttore responsabile del giornale online Fanpage.it e membro del board of directors dell'European Journalism Centre. Dal dicembre 2014 al settembre 2019 è stato direttore del quotidiano online Linkiesta.it. È autore di “Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione” (UBE, 2016), “Né sfruttati né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia” (Egea, 2018) e “Il Muro.15 storie dalla fine della guerra fredda” (Egea, 2019). Il suo ultimo libro è "Nel continente nero, la destra alla conquista dell'Europa" (Rizzoli, 2024).
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