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Coronavirus, i consigli dell’infettivologo Punzi per ridurre il rischio di contagio

Raffaele Punzi è il direttore del Dipartimento malattie infettive e urgenze infettivologiche dell’ospedale Cotugno di Napoli. Intervistato da Fanpage.it, l’infettivologo ha fornito consigli utili sul nuovo virus, sulla sua diffusione e sugli accorgimenti da adottare per ridurre il rischio di contagio.
A cura di Valerio Papadia
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L'ospedale Cotugno di Napoli è il nosocomio specializzato nella cura delle malattie infettive che, nel corso di questa emergenza Coronavirus in Italia, è attrezzato e deputato nel capoluogo campano a gestire i casi sospetti. Il dottor Raffaele Punzi è il direttore del Dipartimento  malattie infettive e urgenze infettivologiche dell'ospedale: intervistato da Fanpage.it, ha così fornito informazioni e consigli utili sul nuovo virus, sulla sua diffusione e sugli accorgimenti da adottare per ridurre il rischio di contagio. "Il Coronavirus è una famiglia di virus alla quale appartengono anche altri ceppi già noti, come la Sars e la Mers. Possiamo dire che questo nuovo ceppo abbia fatto il ‘salto di specie' dagli animali all'uomo" ha dichiarato il dottor Punzi.

Come si diffonde il Coronavirus

"Come è stato appurato, il Coronavirus si trasmette per contatto aereo" continua l'infettivologo, che chiarisce anche cosa questo significhi. "Per contatto aereo – dice Punzi – intendiamo soprattutto le goccioline, che vengono chiamate droplet, che vengono trasmesse dal paziente affetto dall'infezione attraverso starnuti e la tosse". Punzi rassicura: "Nell'80 percento dei casi può avere casi clinici poco gravi, mentre nel 15 percento dei casi può avere sintomi più gravi. Ha un tasso di mortalità del 2 percento".

Coronavirus, come prevenire il contagio

"Il primo consiglio, utile per prevenire tutte le malattie, è quello di lavare bene le mani" dice Punzi. In secondo luogo, senza voler creare inutili allarmismi, Punzi ribadisce quanto già detto anche dalle istituzioni sanitarie nazionali, ovvero di "evitare, quando possibile, di frequentare luoghi chiusi e affollati".

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