Gori su emergenza Covid: “A Bergamo molte persone muoiono in casa e non vengono censite”
Il numero di persone morte per Coronavirus a Bergamo e provincia, epicentro dell'epidemia, potrebbe essere ancora più elevato di quello diffuso dai report regionali. A dirlo è il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, ma non solo: le segnalazioni a riguardo arrivano da molti sindaci della Bergamasca, territorio dove fino a ieri si erano registrati 3760 contagi e dove solo negli ultimi 7 giorni ci sono stati 385 vittime, 330 nella sola Bergamo. Il primo cittadino bergamasco intervistato da SkyTg24 ha sollevato il tema: i dati "non dicono che molte persone stanno morendo nelle loro case" e quindi "non vengono censite".
A molte persone positive al tampone si chiede di restare a casa
Infatti la situazione critica degli ospedali bergamaschi, ormai saturi, fa sì che "a molte persone risultate positive al tampone, ma che non hanno gravi problemi respiratori si chiede solo di restare a casa" e queste "non rientrano nelle statistiche". Il sindaco di Bergamo ha ribadito quanto detto negli scorsi giorni anche da molti medici del capoluogo orobico, e cioè che "la città è al limite" e "la situazione è molto critica sul fronte sanitario". Ieri il primo cittadino aveva sollevato anche il tema dello difficile smaltimento delle salme, dicendo che il forno crematorio cittadino ormai non basta più. L'allarme lanciato da Gori per Bergamo riguarda però anche gli altri Comuni della Bergamasca, secondo quanto riportato dalla testata locale "L'Eco di Bergamo". Nei paesi della zona i sindaci registrano un andamento di decessi anomalo rispetto al normale andamento demografico, come ad esempio quello relativo a un anno fa. I dati contenuti nei report sulla situazione Coronavirus comunicati ai sindaci dalle varie Agenzie per la tutela della salute sarebbero falsati proprio dal fatto che a molte persone affette da sintomi riconducibili al virus non viene fatto il tampone, e gli viene chiesto di rimanere a casa: in questa maniera però sfuggono al monitoraggio dei casi di contagio e, nei casi più gravi, anche a quello dei decessi a causa del Covid-19.