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Covid 19

La storia di Giuseppe, il farmacista eroe di Piacenza che ogni giorno va a lavoro a Codogno

Giuseppe Maestri ha una farmacia nella città suo malgrado simbolo dell’epidemia di Coronavirus in Lombardia. “Ma non sono un eroe, semplicemente mi piace il mio lavoro” dice il farmacista piacentino, che quotidianamente si reca nella zona rossa superando i controlli grazie ad un permesso speciale. “Quando torno a casa poi non ho contatti con nessuno, per rispetto dei miei concittadini”
A cura di Beppe Facchini
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Su e giù da Piacenza a Codogno, percorrendo quasi cento chilometri al giorno, per continuare a garantire un servizio fondamentale anche nel piccolo comune del lodigiano, simbolo suo malgrado dell’epidemia di Coronavirus in Italia. Giuseppe Maestri, farmacista piacentino, non vuole sentirsi chiamare eroe. Ma in fondo, chiamarlo così non sarebbe poi tanto sbagliato. “A me piace molto il mio lavoro e quindi, come medici, infermieri o autisti di ambulanza, lo faccio anche io con grande spirito di sacrificio, contento di poter aiutare le persone che hanno bisogno di noi”.

Mettendo a rischio la propria salute pur di non abbandonare i cittadini di Codogno, il farmacista emiliano supera quotidianamente i controlli all’entrata della zona rossa, evitando così che finiscano col mancare i medicinali a chi vive isolato. “I clienti aspettano fuori ed entrano a turno –spiega-. Adesso sono meno rispetto al solito, quando servivamo 500/600 persone al giorno. Un po' perchè i medici di base sono in quarantena e non possono prescrivere farmaci, un po' perchè alcuni rinunciano a venire in farmacia se hanno solo bisogno di medicinali di cui per ora possono fare a meno. Purtroppo si è perso quel contatto che c’è sempre stato -aggiunge-: adesso è tutto mordi e fuggi, la gente viene e poi scappa via subito”. Chissà quando finirà tutto questo. “Speriamo presto, dicono che le temperature alte dovrebbero aiutare”.

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Per arrivare puntualmente alle otto e mezzo del mattino in farmacia, il dottor Maestri deve superare i controlli dei check point su strada, esibendo un permesso speciale rilasciato dalla Prefettura di Lodi. “Ho l’obbligo di andare a lavorare, anche noi siamo un presidio sanitario –sottolinea-. Però quando poi torno a Piacenza resto a casa e non esco più. Lo faccio anche per rispetto nei confronti dei miei concittadini, in modo da evitare che il virus possa potenzialmente diffondersi sempre di più”. È una forma di precauzione necessaria, vista la delicatezza del momento, e visto che né lui né i suoi collaboratori sono stati sottoposti ad esami ad hoc per riscontrare eventuale positività al Covid19.

Dal cuore della zona rossa, Maestri (che è anche uno dei tanti genitori coi figli a casa in questi giorni, “e c’è da pensare anche a loro” assicura) racconta inoltre di un paese leggermente più vivo rispetto all’inizio dell’emergenza ma pur sempre “quasi deserto”. Ricorda poi le buone pratiche da mettere in atto per evitare i contagi, complimentandosi per l’attenzione con cui i cittadini di Codogno stanno prestando la giusta attenzione a tutto questo, e infine ringrazia colleghi, sanitari e in modo particolare anche Federfarma, associazione di categoria di cui è componente del consiglio regionale lombardo, per il supporto garantito alle farmacie, consentendo loro di assicurare costantemente i propri servizi a chi ne ha bisogno. Insomma, anche i farmacisti sono in prima linea per aiutare l’Italia ad uscire dall’emergenza.

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