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Coronavirus, Giovanni Rezza (Iss): “Non basta decreto, cambiamo comportamenti individuali”

“A fare la differenza saranno i comportamenti individuali, più che i provvedimenti del governo”. Così si è espresso il direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità Giovanni Rezza, all’indomani del nuovo decreto firmato dal premier Giuseppe Conte, che ha esteso la ‘zona rossa’ a tutta Italia.
A cura di Alessia Rabbai
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Misure più stringenti e ‘zona rossa' estesa a tutta Italia. Stamattina il Paese si sveglia con l'entrata in vigore di un decreto storico firmato dal premier Giuseppe Conte, che cambia concretamente le abitudini di vita degli italiani e limita gli spostamenti della popolazione. Un provvedimento messo in campo con unico obiettivo: quello di contenere la diffusione del coronavirus, con la speranza che le persone facciano la propria parte, rispettando le regole richieste. Il direttore del Dipartimento di malattie infettive dell'Istituto superiore di Sanità Giovanni Rezza in un'intervista a Il Corriere della Sera ha spiegato: "A fare la differenza saranno i comportamenti individuali, più che i provvedimenti del governo". L'infettivologo ha detto: "Ci sono troppi giovani in giro, la gente non ha capito quanto sta rischiando". I provvedimenti messi in campo dal governo potrebbero effettivamente contenere il contagio, spiega il virologo, "se le persone rispettassero le regole riuscendo almeno a rallentare il contagio, per permettere una diluizione nel tempo dei pazienti in ingresso negli ospedali". Rezza per le zone più colpite come quelle del Nord Italia prevede che "per vedere un contenimento dei numeri sarà necessario almeno un mese".

Il decreto coronavirus esteso a tutta Italia

Limitati gli spostamenti su tutto il territorio nazionale: "Bisogna evitare ogni spostamento di persone fisiche in entrata e in uscita dai territori, nonché all'interno degli stessi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative (non più indifferibili) o situazioni di necessità o per motivi di salute che vanno dimostrate (pena art 650 codice penale)";

Smart working

Sospese manifestazioni e eventi sportivi

• Vietati gli assembramenti di persone, anche all'aperto;

Scuole e università chiuse fino al 3 aprile 2020

Bar e ristoranti chiusi alle 18: "Sono consentite le attività di ristorazione e bar dalle 6.00 alle 18.00, con obbligo, a carico del gestore, di predisporre le condizioni per garantire la possibilità del rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro";

Almeno un metro di distanza nelle attività commerciali

Riunioni svolte da remoto

Chiusi i negozi nel weekend

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