Gallera sull’emergenza Covid: “Crema lazzaretto di Milano e Lombardia? Falso, chi lo dice è irresponsabile”
Crema non è il lazzaretto di Milano né della Lombardia. Lo afferma l'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, rispondendo all'accusa che era stata lanciata da Attilio Galmozzi, medico dell'ospedale di Crema ma anche assessore comunale all'Istruzione e al lavoro. "Non c’è nessun lazzaretto di Milano e della Lombardia a Crema – ha detto Gallera -. Chi lo afferma è un irresponsabile e dice il falso". Parole pesanti che arrivano dopo l'intervista rilasciata ieri da Galmozzi a Selvaggia Lucarelli per il "Fatto quotidiano". "Noi saremo il grande lazzaretto – aveva detto il medico-assessore – E infatti abbiamo già un anestesista di 51 anni ventilato in rianimazione e un’infermiera del pronto soccorso, una delle nostre colonne, anche lei giovane, ha soli 44 anni, intubata".
L'accusa del medico dell'ospedale di Crema
Galmozzi nell'intervista criticava la decisione della Regione di individuare a Crema uno dei tre ospedali lombardi (assieme a quelli di Seriate e Lodi) "a vocazione Coronavirus", ossia da dedicare completamente alla cura dei pazienti affetti da Covid-19. "Non capisco come questo possa essere un ospedale specializzato quando abbiamo sette posti in terapia intensiva più un ottavo d’emergenza – aveva spiegato Galmozzi -. Abbiamo sei macchine per la ventilazione non invasiva. Soprattutto, in questo ospedale non c’è un infettivologo, l’ultimo se ne è andato due anni fa". La replica di Gallera non si è fatta attendere: "I medici stanno facendo un lavoro straordinario sotto stress e Regione Lombardia è loro vicina. Posso comprendere che la grande pressione e la fatica possano creare momenti di poca lucidità, ma gettare ombre sul presidio di Crema e sullo straordinario lavoro che dirigenti ed esperti, da giovedì 20 febbraio, stanno attuando nell’unità di crisi, è ingeneroso e inaccettabile".
A Crema il 64 per cento dei pazienti proviene dal Cremasco, il 22 dal Lodigiano
L'assessore ha poi diffuso alcuni dati: "Sui 363 pazienti ricoverati a Crema, il 64 per cento proviene dal Cremasco, il 22 per cento dal Lodigiano e il 12 per cento dal Cremonese. Non c'è nessun lazzaretto di cittadini milanesi o, più in generale della Lombardia", ha aggiunto Gallera che ha poi sottolineato come, proprio per alleggerire il carico sull'ospedale cremasco e su quelli di Lodi e Cremona, altrettanto sotto pressione per via dell'emergenza Coronavirus, la Regione abbia dirottato i pazienti affetti da patologie diverse dal Covid-19 su altre strutture. "C’è una organizzazione solida e strutturata che cerca di supportare il lavoro eccezionale degli operatori sanitari lombardi in un momento tanto delicato", ha assicurato l'assessore regionale lombardo.