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Coronavirus, fuga verso Calabria: «Servono controlli e Italia dovrebbe essere zona rossa»

All’aeroporto di Reggio Calabria arriva uno solo dei due voli da Milano, con scalo a Roma. Dopo la firma del decreto ministeriale che ha reso la Lombardia ‘zona rossa’ per l’emergenza Coronavirus, c’è stato un esodo verso il Sud. In pochissimi voglio parlare e non tutti indossano la mascherina.
A cura di Dominella Trunfio
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Sono in pochi coloro che vogliono parlare, infastiditi dalle telecamere. Dopo il decreto ministeriale che ha reso la Lombardia ‘zona rossa' per l'emergenza Coronavirus, studenti e non solo, fanno ritorno alla loro terra d'origine. A Reggio Calabria, uno dei voli da Linate arriva regolarmente, l'altro quello serale è stato cancellato. «Volo non pieno», ci spiegano all'aeroporto dello Stretto. In tanti sono partiti immediatamente ieri sera in treno, appena diffusa la bozza del decreto ministeriale. Treni diretti cancellati così come gli aerei, che da Milano fanno necessariamente scalo a Roma per più di due ore.

«La situazione sembra abbastanza paradossale perché gli aerei vengono controllati, ma le autovetture no. A questo punto dovrebbero dichiarare zona rossa tutta Italia», ci spiega uno dei ragazzi appena sbarcati e che in realtà, è partito ieri e ha sostato in ben quattro aeroporti internazionali.

«Sono stato in America, ma non mi hanno fatto nessun controllo, scalo a Parigi nessun controllo, ma a Linate si», dice ancora. Controlli anche a Reggio Calabria con misurazione della temperatura appena scesi dall'aereo. Molti passeggeri sembrano tranquilli e continuano a viaggiare e spostarsi da Nord a Sud per lavoro. «A Milano ieri, eravamo tutti in giro».

In Calabria, invece, complice la grandine, tante città sono deserte. Fuori dall'aeroporto c'è chi ha la mascherina e chi si copre il volto con una sciarpa. Tutti però sono diffidenti e hanno poca voglia di parlare. In questi giorni, sui social è partita una vera e propria ‘caccia agli untori', con tanto di messaggi per segnalare all'Asl ‘casi sospetti' e imporre la quarantena. In una nota stampa, la neo governatrice Jole Santelli invita alla calma, ma anche al buon senso. «Ritornare dal Nord in modo incontrollato mette in pericolo la nostra terra e gli affetti di tutti. Non fatelo. Fermatevi».

Anche perché, spiega ancora: «È evidente che una sanità come quella calabrese, vessata da anni da tagli selvaggi, non è in grado di reggere una situazione di totale emergenza. Occorrono provvedimenti urgenti e seri di contenimento e sicurezza che non è nel potere della Regione emanare. Chiedo con forza un’assunzione seria di responsabilità da parte del governo nella gestione delle partenze». L'ospedale metropolitano di Reggio Calabria ha solo venti posti letto in Malattie infettive anche se già da lunedì 9 marzo, sarà predisposto un piano emergenza Coronavirus che dovrebbe prevedere l'attivazione di 50 posti letto in Terapia Intensiva e 140 posti tra Malattie Infettive e Pneumologia in tutta la regione.

Dalla governatrice arriva poi un'ordinanza secondo cui, Trenitalia, società di autolinee e compagnie aeree devono comunicare l'elenco dei passeggeri che arrivano in Calabria dalle zone rosse, ai Dipartimenti competenti. Ordinanza ufficiale che in poche ore sui social, viene modificata grossolanamente con fake news, prima fra tutte il prolungamento della chiusura di scuole e università fino al 4 aprile, così come la chiusura di negozi che non offrono beni di prima necessità.

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