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Coronavirus, “fuga” da Milano: la stazione ferroviaria presa d’assalto da centinaia di persone

Centinaia di persone stanno raggiungendo in queste ore le stazioni ferroviarie di Milano. Si tratta per lo più di immigrati da altre regioni che, in vista del nuovo decreto del Presidente del Consiglio, si apprestano a lasciare la città. Biglietterie e vagoni presi d’assalto, con buona pace dell’invito a evitare assembramenti.
A cura di Davide Falcioni
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La stazione Porta Garibaldi di Milano
La stazione Porta Garibaldi di Milano
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Centinaia di persone stanno prendendo d'assalto le stazioni ferroviarie di Milano e del resto della Lombardia dopo la decisione del governo – che dovrebbe diventare ufficiale nelle prossime ore – di decretare la zona rossa in tutta la regione. Le immagini che arrivano dal capoluogo meneghino sono emblematiche: biglietterie automatiche prese d'assalto, vagoni che si stanno riempiendo all'inverosimile in barba alle indicazioni più volte ripetute in questi giorni, in particolare quella di evitare assembramenti e mantenere una distanza di almeno un metro uno dall'altro. Lo stesso avverrà nelle prossime ore e nella giornata di domani nelle altre province interessate dal decreto, quelle di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti e Alessandria, aree del paese dove non si potrà più entrare e da dove non sarà più possibile andarsene salvo motivi "gravi e indifferibili".

Coronavirus, cosa prevede il nuovo decreto del governo

L'ingresso nelle regioni e nelle province colpite dal provvedimento sarà consentito solo per "motivi gravi e indifferibili" e le limitazioni saranno tassative e molto strette: porte chiuse in chiese, musei, palestre, piscine, teatri, si fermeranno tutti i concorsi pubblici salvo quelli per il personale sanitario, oggi più che mai indispensabile per contrastare la diffusione del coronavirus. I negozi potranno continuare a restare aperti, a patto però di rispettare la distanza di un metro tra le persone, altrimenti i titolari saranno sanzionati. Qualora mantenere le distanze risulterà impossibile per motivi strutturali, è prevista la chiusura. Nei luoghi di lavoro saranno annullate le riunioni e incentivato – laddove possibile – lo smart working. Le limitazioni nelle zone rosse riguarderanno la mobilità interna, che dovrà essere contenuta per evitare l'aumento dei contagi. Finora molte persone hanno contratto il virus negli ospedali: e proprio per questo motivo il Decreto dovrebbe prevedere il divieto di accesso ai pronto soccorso e agli ospice.

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