Ecco perché il governo non vuole fare tamponi a tappeto
È scontro sui test dei tamponi a tappeto. L'emergenza Coronavirus colpisce anche tra i tavoli della politica, mentre i contagiati aumentano, soprattutto gli asintomatici, ritenuti i più pericolosi a diffondere il virus. Per questo, un intervento massivo che possa controllare chi ha avuto contatti con i contagiati significa limitare il rischio. In numeri, è una operazione che prevede 800mila test dal costo di 15 euro ciascuno per un totale di 12 milioni di euro. Per il ministro della Salute Roberto Speranza: "Non è decisivo", mentre il governatore del Veneto Luca Zaia chiede i tamponi anche per gli asintomatici: "Un asintomatico può contagiare fino a 10 persone". E ha già ordinato di farli per 54mila dipendenti del sistema sanitario veneto e 3150 medici di base. Ad oggi, in un solo mese in Italia, il numero dei tamponi è di 150mila.
Non saranno tamponati tutti i veneti
Ma saranno tamponati tutti i veneti? Il professore Andrea Crisanti, direttore della Microbiologia e Virologia di Padova lo esclude: "L'obiettivo è trovare i portatori sani, chi sta vicino ai contagiati. Se una persona telefonerà parlando di sintomi da Coronavirus, manderemo i sanitari a fare il tampone a lei, ai familiari e agli inquilini del palazzo. Useremo quelli che stanno male come sentinelle per uno screening diffuso". Con il Veneto, anche le Marche, l'Emilia Romagna e la Toscana vogliono organizzare tamponi a tappeto. La linea del Governo resta però quella di evitare che diventi uno screening di massa.
Cosa dice l'OMS sui tamponi
Per Ranieri Guerra, direttore aggiunto OMS, fare i test a tappeto rischia di diventare qualcosa di "scientificamente inutile e logisticamente impossibile", come riporta La Repubblica. "Il test fotografa la situazione hic et nunc" e andrebbe poi ripetuto altre due volte per verificare la correttezza del risultato. Anche Walter Ricciardi, consulente del Ministero della Salute, avverte: "Effettuarli sui pazienti sintomatici con fattori di rischio".