video suggerito
video suggerito
Covid 19

Chi sono le tre ricercatrici precarie del Sacco che hanno isolato il ceppo italiano del Coronavirus

Alessia Lai, Annalisa Bergna e Arianna Gabrieli sono le tre ricercatrici precarie del team dell’Università Statale e dell’ospedale Sacco di Milano che, assieme al loro collega Maciej Tarkowski e al professor Gianguglielmo Zehender e sotto il coordinamento della dottoressa Claudia Balotta, hanno isolato il ceppo italiano del Coronavirus.
A cura di Francesco Loiacono
33.186 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Si chiamano Alessia Lai, Annalisa Bergna e Arianna Gabrieli. I loro nomi erano già noti da qualche giorno, ma i loro volti non erano ancora apparsi. Sono le tre ricercatrici del team dell'Università Statale e dell'ospedale Sacco di Milano che, assieme al loro collega Maciej Tarkowski e al professor Gianguglielmo Zehender e sotto il coordinamento della dottoressa Claudia Balotta, hanno isolato il ceppo italiano del Coronavirus, quello che a partire dal paziente "indice" di Codogno sta circolando in Italia e ha contagiato finora, stando all'ultimo bollettino diramato dalla Protezione civile, oltre 800 persone.

Chi sono le ricercatrici precarie del Sacco

Alessia Lai, 40 anni, è originaria di Parabiago e lavora all'ospedale Sacco di Milano dal 2004. Arianna Gabrieli è invece originaria di Galatina, in provincia di Lecce, e ha 35 anni. La più giovane del gruppo è la 29enne Annalisa Bergna, 29enne di Paderno Dugnano, in provincia di Milano. Come scrive il "Corriere della sera" ad accomunare le tre scienziate, oltre alla passione per la ricerca, c'è anche il fatto di essere tutte e tre precarie: proprio come lo era – poi è stata assunta – una delle tre colleghe che all'istituto Lazzaro Spallanzani di Roma, alcune settimane fa, avevano isolato, a partire dalla coppia di turisti cinesi ricoverati nell'istituto della Capitale, il ceppo del Covid-19 che ha infettato migliaia di persone in Cina. Le tre ricercatrici sperano naturalmente che l'importante scoperta fatta assieme al resto del loro team possa servire in primis per contrastare più efficacemente l'epidemia in atto in Italia, e magari anche ad aiutarle nella loro carriera, confidando in una stabilizzazione. Per ora hanno ricevuto solo tanti ringraziamenti: "Grazie per questo importante risultato", ha scritto in un tweet l'Università Statale di Milano, mentre il vice presidente della Regione Lombardia Fabrizio Sala aveva parlato di "una notizia positiva. È  importante anche per i test e quant'altro. Il mondo della ricerca sta lavorando 24 ore su 24".

Cosa significa aver isolato il ceppo italiano del Coronavirus

L'isolamento del ceppo italiano del Coronavirus potrà aiutare a "conoscere" meglio il virus per poterlo identificare più rapidamente e poterlo trattare con più efficacia, anche arrivando a mettere a punto un vaccino ad hoc. Il team della Statale e del Sacco ha in pratica identificato il profilo genetico del virus a partire dai campioni biologici prelevati da alcuni pazienti: "Abbiamo isolato il virus di 4 pazienti di Codogno – aveva spiegato il professor Massimo Galli, direttore dell'Istituto di scienze biomediche dell'ospedale Sacco di Milano -. Siamo riusciti a isolare virus autoctoni, molto simili tra loro ma con le differenze legate allo sviluppo in ogni singolo paziente", ha spiegato Galli. Adesso si potranno "seguire le sequenze molecolari e tracciare ogni singolo virus per capire cos'è successo, come ha fatto a circolare e in quanto tempo".

33.186 CONDIVISIONI
32835 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views