Coronavirus, Burioni: “I dati sui contagi che ci leggono alle 18 non hanno molto senso”
Anche il professor Roberto Burioni, virologo dell'Università Vita-Salute San Raffaele nonché uno degli scienziati più noti a livello mediatico in Italia, mette in dubbio la validità dei dati comunicati giornalmente dalla protezione civile e dalle Regioni (tra cui la Regione Lombardia) nel corso delle consuete conferenze stampa giornaliere. "I dati che ci leggono ogni giorno alle 18 non hanno molto senso – ha scritto Burioni su Twitter in risposta a un utente che gli chiedeva come mai, dopo settimane di misure di contenimento della pandemia, la curva dei contagi non accenni a diminuire. "La curva non esiste perché i dati che ci leggono ogni giorno alle 18 non hanno molto senso. Una delle cose che dovremmo fare è per l'appunto metterci in condizioni di avere dei dati affidabili", è stata la risposta completa del virologo.
Burioni: Tamponi ogni settimana e ricercare anticorpi nella popolazione
Nel corso della discussione sul social network, che era iniziata con un commento di Burioni rispetto all'intervista in cui Matteo Renzi ha iniziato a chiedere la riapertura dell'Italia – "Dobbiamo cominciare a pensare a una ripresa delle nostre vite: non possiamo pensare di stare in casa al fine di rimanere in casa per sempre. Però in questo momento la situazione è ancora talmente grave da rendere irrealistico qualunque progetto di riapertura a breve", aveva scritto il professore a riguardo -, il virologo è anche tornato sulla questione dei dati spiegando che, a suo dire, "bisogna fare tamponi ogni settimana su un campione della popolazione per vedere l'andamento reale dell'epidemia. E ricercare gli anticorpi nella popolazione per capire quanti hanno effettivamente contratto la malattia in queste settimane".
L'accusa della Fimmg: Dati sempre più inattendibili
Questa, dunque, potrebbe essere secondo Burioni la modalità più corretta per fotografare lo stato della pandemia in Italia in questo momento, e non i dati comunicati dalle autorità a livello nazionale e regionale. Dati contro i quali si era scagliata oggi anche la Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) della Lombardia, parlando di dati "sempre più inattendibili" e lanciando un'accusa: "Non vorremmo che la confusione sui dati servisse a nascondere la responsabilità dei generali nella Caporetto della sanità pubblica italiana".