Coronavirus, Borrelli su rimpatri italiani da Cina: “Termoscanner per misurare febbre in aeroporto”
Il capo della Protezione Civile e commissario per l’emergenza Coronavirus, Angelo Borrelli, parla in tre diverse intervista a Corriere della Sera, Messaggero e Stampa spiegando cosa succederà per gli italiani in Cina e qual è, al momento, il piano dell’Italia per affrontare la situazione. Gl italiani in Cina “li faremo tornare, se vorranno”, dice al Corriere: “Stiamo pensando a un metodo incrociato per risolvere sia il problema degli italiani che sono in Cina, che quello dei cinesi che sono in Italia”.
Borrelli sottolinea che “le compagnie cinesi che verranno a riprendere i connazionali ci metteranno a disposizione i velivoli per imbarcare gli italiani diretti qui. A partire da domani cominceranno i primi arrivi”. E assicura che “ciascuno pagherà il proprio biglietto”. Per quanto riguarda la quarantena, non riguarderà chi non sta male: “Saranno montati altri scanner termici per individuare chi ha la febbre”. "Stiamo creando aree di controllo con termoscanner strumenti che in due secondi possono individuare la temperatura corporea di un passeggero. Non ci sarà paralisi in uscita, i tecnici l’hanno assicurato", precisa Borrelli parlando anche con Repubblica.
Il capo della Protezione Civile parla anche alla Stampa: “Sento prospettare persino di bloccare Schengen. Non serve. Non siamo a un livello di preoccupazione e di allarme tale da giustificare una misura così drastica. Mi dice la Farnesina che in Cina fino al 12 febbraio sono stati chiusi gli uffici per i visti”. Per quanto riguarda le merci “Farnesina, Enac, e ministero della Salute hanno fatto le verifiche e siccome per alcune tipologie di merci non c'è pericolo, questa di riprendere i voli cargo è una delle decisioni prese”.
Nell’intervista al Messaggero il commissario per il Coronavirus afferma ancora che “saranno ampliati i protocolli sanitari anche ai porti, sulle navi che attraccano in scali italiani usando le stesse misure usate per quelle dall'area extra Ue. Ma non c'è oggi in Europa e in Italia una condizione che possa far ipotizzare una chiusura delle frontiere. Sarebbe assurdo”.