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Coronavirus, assessore lombardo Foroni: “Sacrifici per tutti, non vedo le mie figlie da 3 settimane”

“Ho i miei genitori nella zona rossa e due figlie che vivono a Codogno. Non li vedo da tre settimane. In questi giorni difficili sono molto responsabili, così come tutta la popolazione del Lodigiano che sta rispettando prescrizioni molto pesanti”. Pietro Foroni, assessore regionale lombardo alla Protezione civile, proviene dalle zone colpite dal focolaio del coronavirus, di cui è stato a lungo amministratore. Intervistato da Fanpage.it, racconta la fatica della sua gente nei giorni della quarantena: “Finora tutti stanno rispettando con la massima responsabilità le prescrizioni, che sono pesanti. Qualcuno ha superato i confini? Sono poche persone su un bacino di 45mila”. Tutta la provincia di Lodi a livello economico è in ginocchio, spiega, e non deve rimanere sola: “Quei territori hanno accettato con la massima lucidità e razionalità le misure. Non vanno abbandonati né a livello regionale né governativo”.
A cura di Simone Gorla
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"Scusi se mi commuovo, ma ho i miei genitori nella zona rossa e due figlie che vivono a Codogno. Non li vedo da tre settimane. Sono giorni difficili e loro sono molto responsabili, come tutta la popolazione del Lodigiano che sta rispettando prescrizioni molto pesanti". L'assessore regionale lombardo alla Protezione civile Pietro Foroni sta vivendo l'emergenza coronavirus in prima linea. Non solo per il ruolo che ricopre, ma perché proviene proprio dal territorio che oggi è al centro del focolaio italiano ed è stato sindaco di Maleo e presidente della provincia . Intervistato da Fanpage.it ha raccontato che parte della sua famiglia è nella zona in isolamento e ha sottolineato il coraggio e il senso di responsabilità della gente della Bassa. "Quei territori hanno accettato con la massima lucidità e razionalità le misure. Non vanno abbandonati né a livello regionale né governativo".

Cosa ha detto alle sue figlie in questi giorni?

Sono perfettamente coscienti della situazione. Hanno 12 e 10 anni e vivono queste giornate con un grande senso di responsabilità, così come i loro compagni e tutti i cittadini.

Come sta rispondendo la popolazione dei comuni in isolamento? Si inizia a percepire un po' di insofferenza? 

Tutto il territorio lodigiano è stato colpito, dal punto di vista economico tutta la provincia di Lodi si può considerare una zona rossa. Finora tutti stanno rispettando con la massima responsabilità le prescrizioni, che sono pesanti. All'inizio è stato un po' più facile, ora iniziano a esserci difficoltà. Nella zona rossa esistono grandi realtà produttive, eccellenze internazionali che sono chiuse, con un grosso punto interrogativo sulla loro capacità di ripresa dopo questa forzata chiusura.

Ci sono stati casi di persone fuggite o che hanno superato i check point. Fanpage ha documentato il caso di un signore uscito dalla zona rossa per andare al cimitero. Servono più controlli?

Io reputo di no. Su un bacino di 45mila abitanti, leggiamo di uno che ha cercato di far il furbo e andare a Firenze, di alcune persone che escono per vedere la fidanzata o per andare al cimitero. Stiamo parlando di una decina di persone su molte migliaia. Questi numeri dimostrano la grande responsabilità della popolazione del Lodigiano".

Alcuni sindaci del comuni in quarantena fanno fatica ad avere informazioni e  hanno molti problemi pratici da gestire

Mi sto facendo da portavoce presso le autorità nazionali per questi problemi. Stiamo parlando di un territorio particolare. A parte Casalpusterlengo e Codogno, si tratta di comuni molto piccoli dove a volte manca anche il negozio di alimentari. A Terranova dei Passerini non ci sono un paio di bar. Per questo ho voluto che la protezione civile fosse d'aiuto alla popolazione, per quelle che sono le possibilità. Oggi serve anche assistenza all'anziano che deve andare in farmacia e non può uscire di casa, o per chi non riesce a  fare la spesa.

Uno dei problemi denunciati è la carenza di mascherine anche per la zona rossa. Avete trovato una soluzione?

La mascherina è raccomandata solo per chi è entrato a contatto diretto con le persone contagiato. Stiamo insistendo con il governo centrale perché si arrivi a un acquisto massiccio di mascherine. Tra oggi e domani dovrebbe finalmente arrivare. Come Regione stiamo andando a chiedere direttamente alle aziende produttrici anche fuori dalla Lombardia, queste sono messe immediatamente a disposizione delle Ats. C'è una carenza generale di mascherine, ci sono mediatori internazionali che dicono di poter garantire rifornimenti ma occorre attenzione perché non si tratti di truffe.

Che clima si respira in Regione Lombardia dopo che una collaboratrice del presidente Attilio Fontana è risultata positiva al virus?

C'è un senso di grande responsabilità, ma anche di grande tranquillità. Stiamo bene, abbiamo fatto i controlli e siamo risultati negativi. Sono situazioni che possono succedere, bisogna affrontarle con la massima attenzione, ricordiamoci che l'obiettivo è evitare che il numero di contagi aumenti per non mettere a rischio le persone più fragili.

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