Covid-19, anestesista di Bergamo lancia l’allarme: “Reggeremo pochissimo”
Bergamo, al centro della provincia più martoriata dal Coronavirus in Italia, è vicina alla resa. "Se il trend dell'epidemia da SarsCov2 continuerà con questo ritmo, Bergamo reggerà ancora per pochissimo", ha detto all'agenzia di stampa "Ansa" Ivano Riva, anestesista e rianimatore dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e vice presidente dell'Associazione degli anestesisti rianimatori ospedalieri italiani Aaroi-Emac della Lombardia. La drammatica testimonianza non è una voce isolata: la Bergamasca è da giorni uno dei punti più critici, come sottolineato negli ormai consueti punti stampa dell'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera. In tutta la provincia i contagi sono ormai prossimi ai 3000 casi e nel capoluogo orobico le sepolture vanno avanti al ritmo di una ogni mezz'ora. "Gli ospedali sono saturi ed anche i posti in Regione Lombardia si stanno esaurendo", ha aggiunto Riva. Un dato evidenziato in maniera drammatica anche dal governatore Attilio Fontana, che in un'intervista su SkyTg24 questa mattina ha affermato: "I numeri continuano ad aumentare, va sempre peggio. Siamo vicini al momento in cui non avremo più letti in Rianimazione".
Direttore Malattie infettive Giovanni XXIII: Per diffusione Covid-19 simile all'Aids
"Intubiamo in Terapia intensiva anche più di 7 persone al giorno e lavoriamo senza sosta, con in media un turno di riposo ogni 14 giorni", è il racconto di Riva su ciò che sta accadendo a Bergamo. Nella Bergamasca il contagio si è sviluppato soprattutto nella zona della Val Seriana, tra i Comuni di Alzano Lombardo e Nembro. "Un contagio simile si è visto in Italia e in Europa solo con la spagnola – ha detto in un'intervista al quotidiano "Il Messaggero" un collega di Riva, il direttore del reparto Malattie infettive del Papa Giovanni XXIII Marco Rizzi. Il medico ha poi aggiunto che "per ampiezza di diffusione il coronavirus è molto simile" all'Aids, "con la differenza che in questo caso c'è anche la velocità del contagio: il 23 febbraio abbiamo registrato il primo caso, in due giorni abbiamo preparato e subito riempito 48 letti nel reparto di malattie infettive. Tutti quadri clinici con polmoniti e grave insufficienza respiratoria".