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Covid 19

A Bergamo e provincia 142 morti di Coronavirus: camere mortuarie piene, le salme in chiesa

In provincia di Bergamo i contagi da Coronavirus sono arrivati a 1814: è l’area in cui in cui l’emergenza si sta manifestando con numeri e intensità più drammatici. Dall’inizio di quella che ormai è una pandemia si sono registrati 142 decessi: un numero che ha saturato le camere mortuarie degli ospedali di Bergamo, costringendo il Comune ad aprire per le salme la chiesa del cimitero.
A cura di Francesco Loiacono
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Da giorni è ormai lampante: la provincia di Bergamo è quella in cui l'emergenza Coronavirus si sta manifestando con numeri e intensità più drammatici. Il sorpasso sul Lodigiano, primo focolaio italiano del Covid-19, è avvenuto giorni fa: e i numeri continuano a salire in maniera vertiginosa. I casi sono arrivati a 1814 alla giornata di ieri, mercoledì 11 marzo. E i decessi complessivi sono stati 142 finora, dall'inizio di quella che ora è una pandemia. Il comune più colpito tra i 244 della Bergamasca è Bergamo, con 281 casi. Ma in rapporto alla popolazione preoccupano le situazioni di Nembro (137 casi), Alzano Lombardo (87 contagi), Albino e Zogno, con 85 e 70 casi.

Camere mortuarie piene a Bergamo

Probabilmente solo una volta che questa emergenza sarà conclusa, e la guerra contro il virus sarà vinta, si cercherà di capire cosa non abbia funzionato nella Bergamasca. Si parla di un contagio diffuso già da prima che venisse scoperto il paziente 1 di Codogno, di strane polmoniti diagnosticate in qualche ospedale del territorio, specie la Val Seriana, ma su cui non sono stati fatti i necessari approfondimenti. E poi c'è chi lamenta la mancata istituzione di una zona rossa come quella del Lodigiano, dove la velocità del contagio sembra essere diminuita. Di fatto, dal 23 febbraio, giorno in cui si è registrata la prima vittima della Bergamasca, i decessi sono stati 142. Un ritmo elevatissimo che, come riporta il "Corriere della sera", ha saturato le camere mortuarie degli ospedali di Bergamo e del cimitero cittadino, costringendo il Comune ad aprire anche la chiesa del cimitero, dove ogni giorno sono circa 40 le bare ospitate (non solo di persone morte per Covid-19).

Nella Bergamasca contagiati anche 50 medici

Tutto il territorio, incluso il capoluogo, ha rallentato dopo l'ultimo decreto della Presidenza del Consiglio dell'11 marzo 2020, che ha disposto la chiusura di tutti i negozi a parte quelli essenziali, in aggiunta alle ulteriori restrizioni che erano previste dai precedenti decreti sull'emergenza Coronavirus. Ha rallentato, ma non si è fermata: "Restano aperte tante attività di lavoro, dalle imprese agli studi professionali. Ci saremmo aspettati qualcosa in più", ha detto il sindaco di Bergamo Giorgio Gori criticando l'ultimo decreto governativo. Chi di sicuro non si ferma, anzi lavora senza sosta, sono i medici e gli infermieri impegnati 24 ore su 24 a curare i pazienti affetti da Covid-19. Il loro lavoro purtroppo li espone anche al contagio: secondo l'Ordine dei medici sarebbero almeno 50 i medici contagiati nella provincia di Bergamo, tanto che L'Ordine ha inviato una lettera al governo per chiedere misure atte a limitare il contagio dei sanitari e la conseguente diffusione del virus tra i pazienti.

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